GaE infanzia e Primaria, per accesso i titoli erano: laurea SFP, superamento concorso o corso abilitante. Lettera

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I docenti a pieno titolo in Gae, grazie alla laurea in Scienze della Formazione Primaria, il superamento di un concorso o un corso abilitante, hanno finalmente letto nell’articolo di Gian Antonio Stella, apparso sul Corriere della Sera domenica 27 agosto 2017, ciò che sostengono da tempo.

Stella ha finalmente mostrato chiaramente, dati alla mano, quale situazione si è venuta a creare oggi e quella che si genererà nei prossimi anni, se la Plenaria ammetterà l’ingresso definitivo dei diplomati in Gae.

Da tempo i docenti in Gae a pieno titolo stanno chiedono che venga rispettata la legge: è risaputo infatti che il diploma magistrale non sia mai stato titolo d’accesso alle graduatorie per il ruolo.

La legge 124/99, trasformando le graduatorie provinciali in permanenti, regolava l’accesso alle stesse solo dopo il superamento di un concorso. Successivamente, con la legge 53/2003, i laureati in Sfp hanno avuto la possibilità di iscriversi in graduatoria, iscrizione che non era possibile soltanto con il diploma, poiché era necessario il superamento del concorso. La legge 296/96 ha stabilito la chiusura delle Gae, l’ingresso agli abilitati con corso, con concorso o tramite la laurea in Scienze della Formazione Primaria: il diploma quindi non è mai stato inserito tra i titoli di accesso.

Non si sta oggi rispettando la normativa a causa di tutti questi nuovi inserimenti e di conseguenza si sta perpetuando un’ingiustizia nei confronti dei precari storici a pieno titolo che si trovano in Gae per diritto, come sopra specificato.

In riferimento alla laurea che vincolava l’accesso, si ricorda ai diplomati che il titolo da conseguire era quello in Sfp, non un qualsiasi altro titolo, che avrà certamente formato per altre mansioni: loro millantano infatti titoli e lauree, ma evidentemente non sono quelli che la legge richiedeva per accedere alle Gae. Nessuno vuole sostenere che non siano istruiti, ma non hanno i requisiti che la legge obbligava ad ottenere: se voglio fare il medico mi laureerò in medicina, se voglio fare l’avvocato studierò giurisprudenza, superando poi l’esame di abilitazione, mentre se voglio fare l’insegnante nella scuola primaria o infanzia, è necessario il concorso o la laurea in Sfp, CdL istituito nel ’98.

Chiediamo quindi, a gran voce, il rispetto delle leggi e la tutela dei precari a pieno titolo da anni iscritti in Gae che, anche con punteggio inferiore rispetto ai diplomati, hanno il diritto di essere lì, a differenza di coloro che non hanno i requisiti richiesti dalla normativa.

Il modo per entrare regolarmente in Gae c’è stato fino al 2007 (la legge lo prevedeva), noi precari con lo stesso diploma magistrale, ma con un titolo in più, specifico e indispensabile, ne siamo la prova, dunque se questo diritto non verrà rispettato, tutti i precari storici delle Gae dovranno chiedere il risarcimento per il tempo speso a studiare per concorsi, corsi o laurea in Sfp.

Il valore abilitante del diploma è stato riconosciuto esclusivamente per la 2ª fascia delle graduatorie d’istituto, per le Gae è diverso in quanto l’art. 97 della Costituzione definisce i modi per accedere al pubblico impiego, ovvero tramite concorso, questo già prima degli anni ’50.

La realtà è che le Gae sono graduatorie chiuse dal 2007, si sarebbero dovute esaurire e attualmente (come nella maggior parte dei casi) per poter accedere al pubblico impiego è necessaria la procedura concorsuale.

La legge deve essere uguale per tutti e noi l’abbiamo seguita!

Inoltre, come giustamente Stella sottolinea, l’ingresso nelle Gae dei dm non si è fermato ai soli docenti cha hanno già prestato servizio nella scuola, ma riguarda anche una miriade di persone che si sono abilitate col diploma anche 20, 30 anni fa (basta osservare le date di nascita nelle Gae) e che non hanno prestato un giorno di servizio.

Ciò cosa comporterà in quest’anno scolastico e nei prossimi che verranno?

I laureati oggi in Sfp col nuovo ordinamento, che sono in 2ª fascia resteranno a casa, mentre i diplomati con tre, quattro o cinque anni di scuola magistrale, frequentati 30 anni fa (con o senza servizio), passeranno davanti, insegnando nelle nostre scuole ai nostri figli. Ciò perché prima di arrivare a chiamare il primo laureato in graduatoria di 2ª fascia occorre scorrere tutta la Gae: ciò è inammissibile.

Siamo molto felici nell’aver visto finalmente scritte, su una testata giornalistica importante come il Corriere della Sera, le parole che stiamo gridando sottovoce da anni.

Confidiamo ora nella Plenaria, auspicandoci che nel 2017, in un Stato giusto e efficiente, si accertino le competenze e la formazione del personale docente, prima che quest’ultimo venga assunto, così come peraltro prevede la normativa.

I docenti precari storici in Gae a pieno titolo.

Marta Boni

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