Formazione professionale in Piemonte, indagine Fondazione Agnelli: qualifica incrementa possibilità lavorative

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comunicato regione Piemonte – Cresce in Piemonte la probabilità per i giovani iscritti ai percorsi di istruzione e formazione professionale di ottenere la qualifica. Il conseguimento di quest’ultima, inoltre, accresce notevolmente la probabilità di trovare lavoro al termine del percorso. È quanto emerge, in estrema sintesi, dall’indagine sugli esiti formativi e lavorativi dei percorsi di istruzione e formazione professionale presentata dalla Fondazione Agnelli nel corso del seminario “Il sistema duale a un anno dal debutto”, in programma al Lingotto di Torino nell’ambito della job fair IoLavoro, promossa dalla Regione Piemonte e organizzata da Agenzia Piemonte Lavoro.

Dopo aver analizzato i dati di 38.404 iscritti ai corsi di formazione professionale dal 2007 al 2013 e di 25.235 qualificati nel periodo 2009-2015, lo studio – curato da Martino Bernardi e Gianfranco De Simone – restituisce un quadro dell’efficacia complessiva dei percorsi regionali per l’assolvimento dell’obbligo formativo, che rispondono fondamentalmente a due finalità: accompagnare gli studenti all’acquisizione della qualifica, contrastando il fenomeno dell’abbandono precoce e fornire loro competenze adeguate per un inserimento proficuo nel mondo del lavoro.

Sul fronte della lotta alla dispersione, se nel 2007 solo 2 iscritti su 3 avevano concluso con successo il percorso di istruzione e formazione professionale, nel 2013 il dato sale a 3 iscritti su 4. La probabilità di arrivare alla qualifica cresce in ogni settore e quasi ovunque nelle province piemontesi (in particolare, a Cuneo e Asti). Guardando alla distinzione di genere, inoltre, le ragazze portano più frequentemente a compimento il percorso. Lo svantaggio degli stranieri è minimo, mentre è maggiore per gli allievi disabili. Come nel sistema d’istruzione, i ritardi scolastici e i cambi di percorso sono i principali fattori di rischio dell’abbandono precoce.

Per quanto riguarda le competenze acquisite e gli esiti occupazionali, più del 50% di coloro che hanno concluso con successo il percorso di istruzione e formazione professionale risulta, nel 2015, occupato nei primi due anni post-qualifica, un dato che, dopo gli anni più duri della crisi, riporta le opportunità lavorative per i qualificati oltre i livelli del 2009. Circa la metà dei contratti risulta stabile (34% di apprendistato e 14,3% a tempo indeterminato), mentre la quota di lavoro saltuario (sottoccupati) è calata dal 10% del 2009 al 5,2% del 2015, trasformandosi in impieghi di durata più lunga. Guardando ai settori economici, le migliori opportunità occupazionali sono legate alle qualifiche nei comparti della meccanica, impiantistica, e delle costruzioni. Nonostante ottengano la qualifica in misura maggiore, le ragazze scontano un piccolo svantaggio occupazionale rispetto ai ragazzi. Così come i giovani di origine straniera. Più consistente, invece, lo svantaggio per i disabili con qualifica.
Sul piano dell’efficacia complessiva del sistema, l’indagine mostra come il possesso della qualifica aumenti in misura significativa le opportunità occupazionali. A 3 anni dal termine del percorso, infatti, il 60% dei qualificati ha un’occupazione. Dei loro compagni che hanno abbandonato il corso, invece, solo il 35% risulta occupato. Ma già dopo un anno la differenza è notevole: il 39% di chi ha la qualifica è occupato contro circa il 21% di chi non ha concluso il percorso.

Per Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, “sono risultati nel complesso positivi e incoraggianti. Soprattutto, ci dicono che in Piemonte portare a conclusione con successo un percorso di formazione professionale paga in termini di competenze e poi di esiti lavorativi. Peraltro, le analisi della Fondazione non avrebbero potuto avere luogo senza la disponibilità di buone basi informative: la Regione Piemonte è tra le poche in Italia dove la cura degli archivi amministrativi – in particolare, quelli relativi all’Anagrafe degli iscritti ai percorsi di formazione professionale – consente di fare buona ricerca e avere strumenti di governo e di assessment potenti. Ad esempio, i dati ci dicono che nel quadro di un miglioramento complessivo a livello di sistema l’efficacia al livello delle singole agenzie formative è differenziata. Alcune riescono ad accompagnare un elevato numero di studenti alla qualifica e ne curano al contempo il job placement, altre sono efficaci lungo una sola dimensione: garantiscono il conseguimento di qualifiche che poi hanno riscontri lusinghieri sul mercato del lavoro, oppure ottengono buoni risultati occupazionali con i propri qualificati, ma solo dopo aver perso molti iscritti lungo la strada. Il nostro metodo di analisi permette di distinguere i diversi casi e può consentire all’amministrazione regionale di intervenire puntualmente per stimolare ogni agenzia a far meglio, valorizzandone i punti di forza e supportandola laddove presenta delle carenze”.

“I dati presentati dalla Fondazione Agnelli – dichiara l’assessora all’Istruzione, Lavoro e formazione della Regione Piemonte, Gianna Pentenero – confermano che il sistema regionale di istruzione e formazione professionale è sano, vitale e riveste una funzione rilevante per la qualificazione e l’occupazione dei nostri giovani. I tempi lunghi che intercorrono tra il conseguimento di titoli e qualifiche e la sottoscrizione di un contratto di lavoro indicano la necessità di favorire l’integrazione tra politiche formative e politiche occupazionali, investendo in attività che consentano ai giovani di entrare prima nel mondo del lavoro e alle imprese di diventare sempre di più soggetti attivi nel processo di formazione. È quello che la Regione Piemonte sta facendo, ad esempio, con i nuovi corsi del sistema duale che permetteranno quest’anno a 1500 giovani piemontesi di svolgere almeno 400 ore del loro percorso formativo (delle 990 in totale) direttamente in azienda, oppure 630 in apprendistato, ottenendo un primo, fondamentale, contatto con la realtà lavorativa e una formazione mirata a competenze specifiche. L’offerta formativa regionale per l’obbligo di istruzione prevede complessivamente l’attivazione nel 2017-2018 di circa 360 corsi, di cui 70 nell’ambito del sistema duale, articolati in percorsi di qualifica, di diploma professionale e in interventi per l’integrazione di alunni disabili, laboratori di sostegno individuali o di gruppo, laboratori di accompagnamento all’apprendistato”.

Carla Ruffino
Ufficio Comunicazione
Assessorato Istruzione, Lavoro, Formazione Professionale

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