Con il FIT e il nuovo reclutamento si calpestano diritti. Lettera

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Inviato da Rosanna Giovinazzo – Il nuovo sistema di formazione e reclutamento della scuola secondaria di primo e secondo grado, così come contemplato dal decreto legislativo n. 59/2017, prevede, dopo il superamento del concorso a cattedra, un percorso di formazione iniziale e tirocinio (FIT).

Il percorso FIT ha carattere selettivo, ha durata triennale ed è strutturato nel modo seguente:

-il primo anno, svolto principalmente nelle strutture accademiche (con oneri a carico del MIUR) con momenti di tirocinio nelle scuole, è finalizzato al conseguimento del diploma di specializzazione all’insegnamento, specifico per la classe di concorso o per il sostegno. È previsto un compenso per 10 mesi di circa 600€ lordi.

-il secondo anno prevede momenti formativi, tirocinio nelle scuole e l’inizio di attività di insegnamento (supplenze brevi per assenze fino a 15 giorni). È previsto un compenso per 10 mesi di circa 600€ lordi e lo stipendio per le supplenze brevi che saranno effettuate.

-il terzo anno verrà assegnata, ai tirocinanti, una cattedra vacante e disponibile, per la quale percepiranno lo stipendio pari a quello di una supplenza annuale.

Dopo aver superato un concorso pubblico, secondo l’art. 97 della Costituzione (che è il caso di riportare testualmente: “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione. Nell’ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari. Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge.”) un vincitore, in questo caso di cattedra, dovrebbe essere, secondo il su citato decreto, sottoposto a un nuovo percorso di formazione, invece di avere accesso immediato al proprio posto di lavoro. Dunque, articolo 97 disatteso, e che dire dell’articolo 36 secondo il quale “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa….”? Calpestato anche questo sacrosanto diritto?

I futuri vincitori di concorso a cattedra, quindi, dovranno affrontare ancora corsi, esami ecc. ecc. e per due anni percepire un compenso da fame? E poi, risiedere nella città universitaria dove svolgere corsi e corsini, ha un costo, e anche salato. Basteranno 600 euro lordi (cioè 400 euro forse…)? E a che pro tutte queste prove ad ostacoli dopo le tre già fatte previste dal concorso?? Cos’è? Sadismo? No, di più.

E gli artt. 3, 4, 35 e 38 della Costituzione? Non valgono più? Diritti cancellati? Costituzione raggirata, come da un bel po’ di tempo ormai, per non dire altro.

Chiedo a tutte le forze politiche di questo paese, anche al Pd che ha voluto l’indefinibile L. 107 e tutte le sue nefaste conseguenze e aggiunte, tra cui questo nuovo sistema di formazione e reclutamento dei docenti della scuola secondaria, cosa hanno intenzione di fare qualora andassero al Governo.

Andrete avanti su questa strada di dubbia costituzionalità, modificherete, lasciando solo il terzo anno di FIT che varrebbe come tirocinio e anno di prova (il che potrebbe essere ragionevole), o abrogherete il tutto per ritornare alle vecchie modalità: bandire un concorso pubblico per titoli ed esami, stilare una graduatoria, nominare i vincitori i quali avranno accesso immediato al posto di lavoro sudato e meritato?

Una risposta, da parte vostra, è d’obbligo, se siamo ancora in un paese civile e democratico.

Rosanna Giovinazzo Partigiana della scuola pubblica

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