“Fine dell’abusivismo pedagogico”. Lettera

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Inviato da Stefania Coti  (Pedagogista -Vice presidente nazionale APEI (Associazione Pedagogisti ed Educatori Italiani) – Cala il sipario sull’abusivismo dei senza titolo in area pedagogica. Lo scenario educativo è finalmente libero dai sedicenti professionisti dell’educazione che, per troppo tempo, hanno svolto il lavoro educativo, oggi di esclusiva competenza degli educatori professionali e dei pedagogisti.

Con la Legge 205/17 commi 594/601, si sanciscono giuridicamente le professioni di Pedagogista e di Educatore socio-pedagogico, i cui ambiti di intervento professionale sono stati ulteriormente definiti e perfezionati con il comma 517 della legge di bilancio del 2019 che li ri-estende all’ambito socio-sanitario “limitatamente agli aspetti socio-educativi”.

E’ il comma 594 della sopracitata legge, a delineare chiaramente tali ambiti professionali: “L’educatore professionale socio-pedagogico e il pedagogista operano nell’ambito educativo, formativo e pedagogico, in rapporto a qualsiasi attività svolta in modo formale, non formale e informale, nelle varie fasi della vita in una prospettiva di crescita personale e sociale, secondo le definizioni contenute nell’articolo 2 del decreto legislativo 16 gennaio 2013, perseguendo gli obiettivi della Strategia europea deliberata dal Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000. Le figure professionali indicate al primo periodo operano nei servizi e nei presidi socio-educativi e socio-assistenziali, nei confronti di persone di ogni età prioritariamente nei seguenti ambiti: educativo e formativo; scolastico; socio-assistenziale, limitatamente agli aspetti socio-educativi; della genitorialità e della famiglia; culturale; giudiziario; ambientale; sportivo e motorio; dell’integrazione e della cooperazione internazionale”.

Si mette fine, in tal modo, agli abusi professionali ed intellettuali che, per molti decenni, hanno fatto dell’ambito educativo il palcoscenico di innumerevoli approcci professionali, che non hanno nulla a che vedere con la pedagogia e con l’educazione nel supremo senso del termine.

L’ EDUCAZIONE è un diritto fondamentale dell’umanità sancito dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU (art.26), è orientata al pieno sviluppo della personalità ed al potenziamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. L’educazione, è una necessità in tutte le realtà sociali in quanto “trasforma la vita e fornisce un futuro pacifico e produttivo”.

Emerge, quindi, il significato della Pedagogia in quanto scienza dell’educazione, il cui oggetto di studio e il fine euristico è l’uomo in una complessa rete di relazioni con “l’altro da sé e con sé stesso”. Parimenti, si evidenzia l’importanza degli studiosi e dei professionisti preposti all’approfondimento ed alla gestione dei bisogni educativi attraverso la progettazione e l’intenzionalità educativa: i Pedagogisti e gli educatori professionale socio-pedagogici.

L’efficacia degli interventi educativi, infatti, scaturisce dalla qualità del progetto educativo che si basa sulle meta-competenze e sulla conoscenza scientifica e metodologica dell’approccio squisitamente pedagogico che attraverso l’intenzionalità educativa, differenzia e connota l’azione del professionista, determinata dalla preparazione scientifica, da quella di chi si relaziona con il destinatario dell’azione educativa senza una chiara capacità e volontà di educare.

Si educa con le conoscenze professionali dei laureati in SDE. Dal 2020, infatti (termine ultimo per accedere alla sanatoria prevista dalla Legge), tutto il lavoro educativo sarà specifica prerogativa dei pedagogisti e degli educatori professionali socio-pedagogici.

Parole chiave: PEDAGOGIA – EDUCAZIONE – PROFESSIONALE

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