Figlio promosso ad esami terza media con 9. Genitori ricorrono al TAR per il 10, ma sono condannati a 1.000 euro di spese

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La notizia è riportata dall’ANSA e fa riferimento ad una vicenda di cui si è occupato il TAR di Palermo, su richiesta di una coppia di genitori che chiedeva di annullare il verbale dei giudici sulle prove di esame di terza del figlio. Esame nel quale il figlio aveva conseguito il risultato di 9/10.

Il ricorso è stato respinto.

LE MOTIVAZIONI

“Come noto, la scuola, nel valutare la preparazione degli alunni, non applica scienze esatte che conducono ad un risultato certo ed univoco, come si verifica ad esempio nei casi di accertamento dell’altezza di un determinato candidato o del grado alcolico di una determinata sostanza, – scrivono i giudici nella sentenza – ma formula un giudizio tecnico connotato da un fisiologico margine di opinabilità, per sconfessare il quale non è sufficiente evidenziare la mera non condivisibilità del giudizio, dovendosi piuttosto dimostrare la sua palese inattendibilità”.

Prosegue la sentenza

“Lo studente era stato ammesso con il voto di 9/10 e aveva conseguito i seguenti punteggi: 10/10 nella prova d’italiano; 10/10 nella prova di matematica; 8/10 nella prova di francese; 8/10 nella prova d’inglese; 9/10 nel colloquio pluridisciplinare. “Il voto finale di 9/10 si presenta, pertanto, coerente con quelli di ammissione e con quelli conseguiti nelle prove d’esame, tanto più che il voto di 10/10 presuppone il raggiungimento dell’eccellenza in tutte le prove – proseguono i giudici nella sentenza – Sotto questo profilo, valga, in particolare, il riferimento fatto nei giudizi sulle lingue straniere (inglese e francese) alla circostanza che l’elaborato era ‘per lo più’ e non ‘totalmente’ corretto”.

I genitori – conclude l’ANSA sono stati condannati a pagare le spese legali quantificate in mille euro.

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