Feder. A.T.A. : seconda richiesta d’incontro al MIUR su reclutamento e retribuzioni

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Feder. A.T.A. – Al Ministro Istruzione Università e Ricerca Prof. Marco Bussetti

Oggetto: ringraziamento e seconda richiesta d’incontro.

La ringraziamo per le belle e sentite parole da Lei adoperate nei confronti del personale ATA in una Sua intervista apparsa recentemente su un quotidiano.

Sappiamo, come le abbiamo scritto nella nostra lettera di congratulazioni e di richiesta di incontro, che Lei conosce perfettamente la situazione in cui versano gli amministrativi, i tecnici e gli ausiliari statali, ma vogliamo credere che pure i nostri ultimi scritti, consegnati anche personalmente ad esponenti politici del vostro schieramento, l’abbiano fatta ulteriormente riflettere e spinta a parlare pubblicamente degli ATA.

Purtroppo dobbiamo constatare che le nostre problematiche e sofferenze non sembrano rientrare fra le priorità di questo Governo, che non ci ha considerato nel suo contratto e nemmeno nella stesura completa dell’organigramma.

Vogliamo ricordare che anche nostri colleghi si sono ritrovati senza lavoro come le maestre più volte citate da politici e media, a causa dei notevoli tagli agli organici ata e del divieto di nominare supplenti, ma nessuno si è mai interessato di loro, che sono però persone e non meri numeri da contabilizzare come risparmi graditi al MEF.

Rinnoviamo la nostra disponibilità all’incontro, già richiestoLe il 4 giugno u.s., per offrire soluzioni fattibili o per qualsiasi chiarimento e/o informazione perché senza il personale amministrativo tecnico e ausiliario o con una sua forte riduzione non vengono garantiti i servizi agli alunni, ai docenti e all’utenza nel suo insieme; tali dipendenti, ormai stressati, delusi e avviliti, devono essere finalmente valorizzati e considerati nell’interesse dell’intero sistema dell’istruzione pubblica perché il loro contributo, il loro impegno e la loro dedizione e abnegazione sono essenziali per il buon funzionamento della scuola statale.

Nel porgerLi i nostri più cordiali saluti e auguri di un proficuo lavoro, restiamo in attesa di una Sua convocazione per poter finalmente lavorare insieme in e per una scuola pubblica efficiente, sicura e di qualità dove poter far crescere e studiare i nostri figli, e porgiamo.

Sarebbe a dire che si fa costruire una nave in Fincantieri dai disegnatori e dai progettisti ma si assumono solo quelli tralasciando gli operai o che il Ministro della Difesa dà mandato al Capo di Stato Maggiore di creare un esercito forza di sbarco, che però raduna solo gli ufficiali e non la truppa.

Cioe’ cose fuori dal mondo, che solo in Italia potevano accadere: fare una riforma della scuola considerando solo una parte di chi ci lavora: come a dire che chi va ad inaugurare le scuole non sa nemmeno come funzionano, mette i docenti in cattedra ed è tutto risolto. Pazzesco!!!!!!

In questi giorni si parla dei 44000 posti di lavoro persi nelle banche italiane ma, come al solito, nessuno invece si ricorda dei 50000 posti ata persi in questi ultimi anni a seguito della revisione dei criteri e dei parametri per la definizione delle dotazioni organiche del Personale ATA che hanno ulteriormente ridotto il nostro organico di diritto “riducendolo all’osso”.

Ma perché invece di assumere solo un numero spropositato di insegnanti non si è pensato anche all’indispensabile assunzione di personale amministrativo tecnico e ausiliario nelle scuole e negli A.t. provinciali (gli ex Provveditorati)?

Ci viene il dubbio che si voglia eliminarci e far fare il nostro lavoro, denso di compiti e peculiarità specifiche, ai docenti, che però non sanno nemmeno da che parte iniziare.

E come è possibile che noi ATA abbiamo lauree, diplomi, uno o due patenti informatiche più altre competenze che abbiamo acquisito nel tempo ma siamo sempre relegati nella carriera esecutiva con stipendi iniziali di circa 1000 – 1100 euro e che a noi non si riconosca nemmeno il bonus di 500 euro per l’aggiornamento (soprattutto informatico, proprio a noi che siamo al computer almeno 7 ore al giorno) elargito solo per i docenti?

Chiediamo perciò con forza dignità umiltà che venga finalmente messo nero su bianco da tutti che gli ATA esistono e che, essendo lavoratori e servitori dello stato utili ed indispensabili, hanno pari diritti e doveri dei docenti. Pertanto attendiamo urgentemente l’abolizione del precariato (perché non ci sono solo le maestre che rischiano il posto di lavoro) e del nefasto divieto di nominare supplenti, parzialmente e lacunosamente mitigato in questo ultimo periodo, l’incremento dei nostri organici nel loro insieme, la revisione dei nostri ormai anacronistici profili a cominciare da quello degli assistenti tecnici che vengono sfruttati a prescindere dalle loro aree, il giusto adeguamento delle nostre retribuzioni e la considerazione di quegli assistenti amministrativi che da anni e con mille difficoltà stanno sostituendo i D.S.G.A mancanti e che rischiano di essere soppiantati da persone che non hanno alcuna esperienza nella complessa gestione dei servizi generali ed amministrativi delle nostre scuole; ultima nostra richiesta, viste le recenti novità, è che nei bandi per le graduatorie permanenti (24 mesi) si continui, come fatto fino ad oggi, a valutare giustamente la metà e non per intero, il servizio prestato nelle scuole paritarie, perché, contrariamente ad un altro sindacato che sbandiera la sua vittoria legale, riteniamo che i nostri poveri precari statali, che hanno lavorato nelle nostre scuole statali con sacrifici e per molto tempo, verrebbero superati da altri con meno servizio nello stato ma con periodi più o meno lunghi in istituti scolastici paritari dove non esistono le nostre graduatorie per titoli e servizi, che garantiscono maggiori garanzie di equità.

Ribadendo la nostra ferma convinzione che solo uniti potremo finalmente farci rispettare, manifestiamo la nostra disponibilità a dare ulteriori chiarimenti e/o informazioni in merito a chiunque lo chiedesse, nella speranza di poter fare sempre progredire, ma soprattutto in questo difficile momento, le nostre istituzioni nell’interesse, in primis, dei nostri ragazzi che sono il futuro dell’Italia.

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