Emergenza scuola al Sud, fate rientrare i docenti

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comunicato Nastrini Rossi – Ora il governo. Ora le priorità a partire dalla scuola del Sud. Nel valzer degli slogan degli ultimi giorni è opportuno ricordare le vere urgenze: la sentenza Mascolo del novembre 2014 e la sentenza 27384/2016 depositata dalla Corte di Cassazione lo scorso 29 dicembre 2016 segnano il “limen”, un confine invalicabile che segna l’adeguamento della legge italiana alla normativa europea.

Il piano di assunzione e la L.107 hanno messo in atto un’azione di Governo resa necessaria a causa dell’illegittima pratica di reiterazione dei contratti a termine nella Pubblica Amministrazione italiana. Le condizioni “sine qua non” stabilite dalla L.107 hanno fatto si che molti docenti partecipassero alla domanda di assunzione nazionale col vincolo della cancellazione dalle graduatorie di merito e con la consapevolezza che dopo 36 mesi non potevamo più lavorare nella scuola.

Infatti la L. 107 ha previsto oltre al piano di assunzione dei docenti anche, nel comma 132, un fondo di 10 miliardi (incrementato di altri 2 dalla legge di stabilità 2016) a risarcimento dei precari che producono ricorso contro l’abuso della reiterazione dei contratti a termine nella scuola. Oltre ciò, nel comma 131 stabilisce il definitivo divieto alla riproposizione per oltre tre anni, anche non continuativi, di contratti a tempo determinato su posti vacanti e disponibili.
Immaginavamo inoltre, che la macchina governativa fosse guidata da una logica di merito, che gli anni di servizio e le esperienze pregresse, insieme ai titoli conseguiti avessero potuto rappresentare un elemento determinante nella collocazione lavorativa di ognuno. Ma così non è stato!

Ne è scaturito dalla L.107 un piano assunzionale diviso per fasi che dava la precedenza ad una categoria e immetteva su scala nazionale l’altra, senza una logica che facesse riferimento a parametri quali: punteggio, anzianità di servizio o esperienze formative. Come conseguenza necessaria abbiamo avuto un algoritmo sbagliato, famiglie distrutte, docenti con punteggio elevato sbalzati a migliaia di km di distanza, infiniti ricorsi nei tribunali per ristabilire un criterio di oggettività e meritocrazia.

Ma il dato più inquietante è che il Sud è stato svuotato di quella classe lavoratrice che da sempre crea economia e ricchezza nella nostra terra.

Chiediamo che il Governo ponga rimedio alle assurdità poste in essere dalla L.107  e dalla sua irrazionale e sbagliata applicazione. Chiediamo, dopo la nuova mobilità i cui risultati ci costringeranno ancora al Nord, una soluzione immediata e a costo zero con le assegnazioni provvisorie, da destinare ai docenti di ruolo richiedenti compresi i colleghi senza titolo del sostegno su tutte le cattedre in deroga destinate agli alunni con disabilità (dopo che i vari provveditorati avranno accantonato cattedre per i precari delle Gae e delle graduatorie di istituto con specializzazione).

Le legittime aspettative dei colleghi con Diploma Magistrale sono un’urgenza esattamente come quelle istanze dei docenti dei nastrini rossi che assunti con la Riforma chiedono semplicemente di tornare a lavorare vicino alle proprie famiglie e alla propria terra. Il Sud ha bisogno dei suoi docenti soprattutto per continuare a garantire il diritto sancito dalla Costituzione alla parità di diritti e all’istruzione degli alunni disabili il cui numero è in costante aumento.

Una priorità è fermare il decreto 66/2017 perché anche gli alunni disabili hanno diritto all’istruzione, all’integrazione e alla socializzazione che può essere permessa anche con la stabilizzazione delle cattedre a tempo determinato reiterate per con la discutibile scelta politica di fare cassa al Sud. Permettere le assegnazioni provvisorie per tutti i docenti a tempo indeterminato che ne facciano richiesta e trasformare le cattedre a tempo determinato in stabili ed utilizzate prioritariamente per i docenti della riforma vorrà dire placare questa nuova “questione meridionale” che continua a desertificare e mortificare il Mezzogiorno e ridare ossigeno a questo territori da troppo tempo violati.

dott.ssa Francesca Marsico

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