Elezioni 2013. Puglisi (Pd): servono riforme strutturali, investimenti e merito (ma non concorrenza)

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Daniela Sala – La coalizione del centro-sinistra Italia Bene Comune, che riunisce Partito democratico, Sinistra ecologia e libertà e Partito socialista dedica alla scuola il paragrafo intitolato “Sapere” della sua carta d’intenti. Come nell’agenda Monti si sottolinea il preoccupante abbandono scolastico e la “demotivazione del corpo insegnante”.

Daniela Sala – La coalizione del centro-sinistra Italia Bene Comune, che riunisce Partito democratico, Sinistra ecologia e libertà e Partito socialista dedica alla scuola il paragrafo intitolato “Sapere” della sua carta d’intenti. Come nell’agenda Monti si sottolinea il preoccupante abbandono scolastico e la “demotivazione del corpo insegnante”.

Nessuna indicazione programmatica però: “conviene – si legge nel documento – partire da un principio: nei prossimi anni, se vi è un settore per il quale è giusto che altri ambiti rinuncino a qualcosa, è quello della ricerca e della formazione”.

Occorre, anche secondo il centro-sinistra, avviare un’opera di ricostruzione vera e propria. La promessa? “Nella prossima legislatura partiremo da un piano straordinario contro la dispersione scolastica, soprattutto nelle zone a più forte infiltrazione criminale, dal varo di misure operative per il diritto allo studio, da un investimento sulla ricerca avanzata nei settori trainanti e a più alto contenuto d’innovazione. Tutto ciò nel quadro del valore universalistico della formazione, della promozione della ricerca scientifica e della ricerca di base in ambito umanistico”.

Per sapere come intendono raggiungere questi risultati Os.it ha intervistato Francesca Puglisi, responsabile scuola dei Pd

Autonomia scolastica. Dopo il naufragio del ddl Aprea, quali riforme concrete avete in mente?

Come è scritto nella carta d’intenti il Partito Democratico ha idee molto chiare riguardo alla scuola. Bisogna smetterla con riforme frammentarie e con i tagli e tornare ad investire in scuola, università e ricerca. È fondamentale assicurare stabilità di risorse umane e finanziarie a ogni scuola.

Quindi concordate con Sinistra ecologia e libertà sulla necessità di eliminare i tagli della Gelmini?

Ovviamente non so se 8 miliardi di euro saranno immediatamente ripristinabili, ma certamente dobbiamo riallineare l’investimento nella scuola italiana alla media Osce.
E anche in questo senso è necessario costituire un organico funzionale per almeno tre anni per ogni scuola.
L’idea, con il nuovo governo, è far partire una vera e proprio costituente per la scuola pubblica, per riaffermarne la centralità e come strumento per ristabilire pari opportunità per tutti i bambini e le bambine che nascono nel nostro paese.

Per quanto riguarda la valutazione delle scuole condividete l’iter avviato dal Ministro Profumo?

C’era il rischio che l’iter avviato da Profumo (che prevederebbe dal 2014 il finanziamento solo alle scuole meritevoli, ndr) fosse approvato a camere chiuse. Gli abbiamo però chiesto di fermarsi perché è necessario fermarsi e coinvolgere tutto il mondo della scuola.

Ma quando sarà possibile riprendere il confronto cosa proporrete?

Se vogliamo dare spazio all’autonomia occorre avere un corretto sistema nazionale di valutazione che assicuri a tutti una scuola di qualità e che sappia ricreare un clima di fiducia.

Concretamente cosa significa?

Va istituito un unico istituto nazionale per la valutazione e la ricerca educativa che possa occuparsi della diffusione delle buone pratiche didattiche. Non serve una competizione né tra insegnanti né tra istituti ma una migliore cooperazione, fatto questo dimostrato dai buoni risultati della scuola primaria dove il lavoro in team dei docenti è più incisivo.

A quali strumenti valutativi pensate?

Bisogna mettere fine al dualismo tra Indire e Invalsi. Serve appunto un sistema di valutazione unico del sistema scolastico (e non del docente), slegato dall’Invalsi che è ormai diventato un ‘testificio’.

Ipotizzate dei premi per le scuole che alle valutazioni ottengono i risultati migliori?

La valutazione non deve trasformarsi in premialità, devastante per la scuola. All’interno dell’autonomia la professionalità degli insegnanti deve essere valorizzata in modo diverso, ad esempio riconoscendo ai docenti che si occupano della ricerca educativa o dell’orientamento degli studenti oltre il normale orario di lezione un incentivo economico. Cosa che questa che può essere fatta solo ripensando il contratto nazionale e nell’ottica di scuole aperte tutto il giorno.

Per quanto riguarda i dirigenti scolastici, prevede una modifica del sistema di reclutamento?

Non siamo scesi così nel dettaglio nel programma per dirigenti. Anche aquesto riguardo sarà comunque necessario avviare una grande consultazione con il mondo della scuola.

Idem per il reclutamento dei docenti?

Essendoci grande questione della precarietà al riguardo le idee sono già più chiare. Serve innanzitutto un nuovo piano pluriennale di assorbimento delle graduatorie ad esaurimento.
Occorre poi legare formazione e reclutamento con un concorso di accesso alla formazione iniziale che selezioni i migliori laureati e che dopo la preparazione teorica e i tirocini dopo abiliti secondo un numero programmato. All’abilitazione dovrebbe infine seguire un anno di prova a cui possa seguire l’assunzione a tempo indeterminato.

Per quanto riguarda il sostegno, avete in mente modifiche?

Noi abbiamo un sistema di integrazione scolastica tra i migliori esistenti e la qualità va preservata. Sono possibili comunque dei miglioramenti inserendo ad esempio in formazione insegnanti di qualsiasi materia. Ma assolutamente l’insegnante di sostegno deve essere un diritto garantito ad ogni studente.

Ultimo capitolo l’edilizia scolastica…

L’edilizia è una grande emergenza nazionale. Il miliardo di euro che era stato suo tempo stanziato è stato gestito male. A nostro avviso occorre, per recuperare risorse immediate, togliere i vincoli del patto di stabilità interno e permettere ai Comuni di mettere mano ai fondi per la messa in sicurezza o l’edificazione di nuove scuole. Bisogna poi rifinanziare la legge 123 che ha un ottimo modello di governance della pianificazione degli interventi. Infine c’è la proposta di legge di Mariangela Bastico che permetteva ai cittadini di destinare l’8 per mille agli interventi di edilizia scolastica.

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