Educazione civica e competenza globale: da settembre una difficile situazione. Lettera

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Inviata da Angela Di Bono –  Il 22 giugno 2020. sono state pubblicate le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica che dal 1° settembre 2020 sarà introdotta in tutti gli ordini scolastici, a partire dalla Scuola dell’infanzia (legge 20 agosto 2019) per un numero non inferiore alle 33 ore annuali.

Questa legge, annunciata come ‘novità’ è in realtà il punto di arrivo di un percorso legislativo trai più travagliati della storia scolastica in Italia: l’Educazione civica, introdotta già come disciplina trasversale nei ormai lontani Programmi della Scuola media del 1979, diventa poi ‘Educazione alla convivenza civile’ senza una precisa identità (metodologica e curricolare), per approdare alla formulazione di una ‘nuova disciplina’ con Cittadinanza e Costituzione nel 2008. Ma solo con le Indicazioni per il curricolo del 2012 e il curricolo di cittadinanza nelle scuole, l’educazione civica ha assunto una sua legittimità nell’azione didattica.

Eppure c’è ancora tanto da fare è sufficiente  esaminare l’indagine ICCS International Civic and Citizenship Education Study “tesa ad identificare ed esaminare, all’interno di una dimensione comparativa, le modalità in cui i giovani vengono preparati per svolgere in modo attivo il proprio ruolo di cittadini in società democratiche”; promossa dall’IEA PIRLS, nel 2016 ha visto collocarsi l’Italia al di sopra della media ICCS (524 su 517), ma al di sotto degli altri paesi europei; inoltre, mentre 11 Stati su 18 hanno risultati significativamente in progress, rispetto alla precedente indagine del 2009, gli studenti italiani, invece, regrediscono.

La ‘reintroduzione’ dell’educazione civica, come esplicitato nell’Allegato A, va ben oltre una disciplina cross-curricolare, in quanto disegna modalità non più rinviabili di dialogo tra le discipline che vanno rivisitate in funzione dell’interdipendenza dei fenomeni in senso sincronico e diacronico, che non frammenti la complessità che, per dirla con Morin, consideri i saperi come lenti per interpretare il mondo

La difficilissima situazione nella quale si troveranno le scuole a partire da settembre imporranno una rimodulazione organizzativa e naturalmente didattica all’interno della quale è compresa l’educazione civica, questo comporta almeno due tipi di riflessioni:

  • La necessità di ascrivere l’insegnamento dell’educazione civica in un orizzonte pedagogico più ampio, quello della cittadinanza globale
  • La questione, fondamentale, delle metodologie da adottare che devono essere attive, collaborative e (territorio)

Le 3 macroaree del testo legislativo a cui vanno riferiti gli apprendimenti sono:

–  Costituzione, diritto (nazionale ed internazionale), legalità e solidarietà

–  Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio

–  Cittadinanza digitale

Nei Documenti ministeriali troviamo l’integrazione al Profilo delle competenze nel primo ciclo d’istruzione, mentre le competenze, gli obiettivi e i criteri di valutazione vengono demandati all’autonomia di sperimentazione delle singole scuole che faranno riferimento al contesto agito, (agire locale), ma dialogando con un pensiero globale. Infatti, più che di educazione civica. dovremmo parlare di sviluppo della competenza globale.

I soggetti in formazione interagiscono quotidianamente con le conseguenze planetarie di problemi complessi che acquisiscono pertanto una prospettiva glocale, pertanto l’approccio alle conoscenze deve essere necessariamente problematico e globale.

Nell’aprile 2018 l’OCSE Pisa ha somministrato la prima rilevazione relativa, appunto, al framework Competenza globale, a cui l’Italia non ha partecipato.

Nel Documento sono indicati I 4 pilastri di questa competenza che ‘contengono’ in modo strutturato i nuclei concettuali dell’educazione civica, offrendo piste di lavoro concrete:

  • Cultura e relazioni culturali nelle sue diverse espressioni quali linguaggio, arte, scienza, tradizioni e norme: la conoscenza della propria identità culturale procede insieme alla consapevolezza delle differenze fra le diverse culture, superando stereotipi e misconoscenze.
  • Sviluppo socioeconomico e interdipendenza cioé studio di diversi modelli di sviluppo e delle cause delle diseguaglianze economiche che diventano sociali e culturali (obiettivi dal n. 1 al n. 5 dell’Agenda 2030)
  • Sostenibilità ambientale, lo studio geo-scientifico-tecnologico attraverso gli obiettivi dell’Agenda 2030 riferiti alla sostenibilità ambientale (dal n. 6 al 15), declinati secondo l’età degli alunni e costantemente connessi con la realtà locale.
  • Istituzioni globali, conflitti e diritti umani: la funzione e i limiti degli organismi internazionali e la loro genesi storica, l’esame dei conflitti attuali e il ruolo sfidante dei giovani per una ‘globalizzazione dei diritti’ all’interno della globalizzazione economica.(obiettivo 16 dell’Agenda 2030)

Approcci metodologici

Il documento individua anche le metodologie migliori per promuovere le competenze globali, tra queste viene indicato il dibattito strutturato, (Debate). Si tratta infatti di una delle modalità più adatte per lo sviluppo cognitivo e sociale del futuro cittadino globale: sviluppa il pensiero critico, in quanto presuppone l’assunzione di punti di vista diversi dal proprio, favorisce l’ascolto proattivo, aiuta a gestire i conflitti e a sperimentare il dialogo democratico. La preparazione al dibattito, perlomeno dalla secondaria di 1° presuppone la ricerca di prove ed esempi a sostegno della tesi da sostenere, pertanto dibattere significa allenare il bambino e l’adolescente non solo ad una comunicazione efficace e all’ascolto rispettoso, ma soddisfare i bisogni di informazione e selezione delle fonti, sulla base della loro rilevanza e affidabilità

Altra metodologia non solo innovativa, ma estremamente funzionale all’esercizio dei valori di solidarietà e impegno sociale è il Service learning,

L’apprendimento servizio è l’intersezione tra due tipi di esperienze educative che vengono condotte in modo parallelo l’uno all’altro: 1) l’attività di apprendimento e 2) attività solidali ovvero di servizio alla comunità.

Il Service learning vede il protagonismo degli studenti dalla fase iniziale di pianificazione fino alla valutazione conclusiva ed è collegato in modo intenzionale ai contenuti di apprendimento per lo sviluppo delle competenze di cittadinanza. Nello scenario del prossimo anno scolastico nel quale andranno favorite le esperienze’ fuori l’aula’ dei ragazzi, dovrebbero essere progettate attività che forniscano conoscenze e abilità funzionali alla partecipazione consapevole ai problemi del proprio territorio.

Altri strumenti. lo story circle, le simulazioni, la creazione, come avviene già in molti Istituti della.Consulta digitale degli alunni e della nomina dei rappresentanti di classe e ministri fin dalla secondaria di 1°, i quali rappresentano una modalità di apprendimento servizio a favore della comunità scolastica.

Tutte le metodologie hanno un denominatore.comune: lo sviluppo del critical thinking, forse la più importante tra le life skills che la scuola deve promuovere; eppure nei testi di accompagnamento alla legge non si fa riferimento al ‘pensiero critico’ seppur si parla di ‘consapevolezza’ e di atteggiamento critico.

Per quanto riguarda la cittadinanza digitale, la scuola italiana presenta ancora un gap significativo:  i risultati delle prove OCSE PISA del 2018 fotografano una situazione allarmante relativa ai quindicenni italiani, per quel che riguarda “l’essere pronti al mondo digitale”, sia per le competenze di base, che per la capacità di valutare l’attendibilità di un testo e integrare le informazioni provenienti da testi diversi, sulle quali si misura la competenza di lettura nell’era digitale.

Problematiche complesse che necessitano di risposte organiche in termini di riorganizzazione dei saperi e di scelte innovative sul piano metodologico: il ‘ripristino’ dell’educazione civica, può fornire un contributo limitato, se non inserito in una progettazione di più ampio respiro: il curriculum per l’educazione globale.

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