Educazione civica, Apidge: è nata una disciplina senza classe di concorso, insegnanti di diritto non valorizzati, formazione al palo

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Il 21 agosto 2019 è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana la legge che introduce l’insegnamento scolastico dell’educazione civica.

Come stabilito dall’articolo 1, il nuovo insegnamento verrà applicato a decorrere dal 1° settembre dell’anno scolastico successivo all’entrata in vigore della legge.

Un decreto – già annunciato dal Ministro Bussetti per martedì  – potrebbe però anticipare la decorrenza all’inizio delle lezioni, tra poche settimane.

L’Apidge, l’Associazione professionale degli insegnanti di discipline giuridiche ed economiche, rappresentata dal presidente Ezio Sina, ritiene però ci siano ancora molte questioni poco chiare e si pone contro la legge numero 92 del 20 agosto 2019.

Presidente, l’educazione civica può essere introdotta già a settembre o sarebbe meglio attendere il prossimo anno?

“È meglio che plani il prossimo anno, in quanto il 1° settembre le scuole cominciano dopo aver già organizzato l’attività didattica a giugno negli ultimi collegi, mentre gli organici sono ancora da affinare. Inoltre, questa disciplina, per come è impostata, prevede un appesantimento dei lavori di tutti i consigli di classe e soprattutto la figura di un coordinatore, che a oggi non è ancora formata, se non è un professore di diritto – prosegue Ezio Sina – molto spesso questi docenti insegnano discipline che nulla hanno a che fare con la Costituzione e questa legge riconosce che la matrice profonda è quella giuridica, non a caso si prevede che nell’ipotesi ci sia un professore di diritto spetti a lui il coordinamento”.

E sui docenti che andranno a insegnare la disciplina?

“Un paradosso: abbiamo un mare di insegnanti di A046, ovvero di discipline giuridico-economiche, i quali sono tendenzialmente nel potenziamento. Questi insegnanti sono quasi 5.000, da tre anni chiediamo che vadano a insegnare cittadinanza e costituzione e invece si stanno utilizzando per le supplenze, circa 4.800 sono quelli impegnati nel sostegno, gli altri 11.000 dovrebbero essere i coordinatori dell’educazione civica nelle scuole”. “Ci sarà una grossa confusione ad inizio anno scolastico, si pensi anche ai circa 2.000 nuovi presidi”, continua Sina.

Perché l’Apidge è contro questa legge?

“La disciplina è trasversale, cioè non esiste una disciplina che non ha una classe di concorso di appartenenza, si dà soltanto una preferenza ai professori di diritto. Poi, essendo una disciplina trasversale va a minare il sistema istruzione, che si basa sull’apprendimento per tutti uguale: un insegnante di matematica inizia e conclude con un certo programma, con determinati metodi, c’è insomma una certa professionalità dell’insegnante di matematica, consacrata nell’abilitazione. Tutto questo non ci sarà più, anzi ci saranno le guerre interne soprattutto dove il professore di diritto non ci sarà. Ci si è opposti all’impostazione regionalistica della scuola, ma qui si va addirittura a seconda della classe, della disponibilità di un professore o dell’altro: avremo un’educazione civica didatticamente Arlecchino, ci sarà un’impostazione anarchica della didattica”.

Ezio Sina approfondisce poi sul ruolo del docente: “Non conta più l’insegnante, se le discipline sono di questo tipo, basta un insegnante generalista che faccia un po’ di tutto, ma allora bisogna cambiare tutto il sistema delle classi di concorso, e quindi quello delle abilitazioni. Si va verso una scuola che ha i parametri dell’atipicità”.

L’articolo 34 della Costituzione

Prosegue poi il presidente dell’Apidge: “Si assiste a una rivoluzione del sistema scolastico, basata sullo scardinamento delle discipline e con un’impostazione pressapochista. Si vanno quindi a toccare le basi della nostra cultura. Ci vuole una riforma costituzionale per modificare: tutti hanno diritto di istruzione, perciò l’articolo 34 viene in qualche modo leso. È una legge pericolosa”.

Cittadinanza e costituzione, cosa diventerà?

“Non c’era bisogno di una materia nuova, c’è già cittadinanza e costituzione che ha tutti i parametri dell’educazione civica, l’unico punto nuovo è l’obbligatorietà” afferma Ezio Sina, e conclude ricordando che negli Esami di Stato 2019 è stata inserita proprio cittadinanza e costituzione, che però non era obbligatoria.

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