Educazione all’imprenditorialità ed educazione sessuale: l’U.E. invita gli Stati membri a renderle discipline obbligatorie

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Nei giorni scorsi, l'Unione Europea ha approvato due risoluzioni riguardanti l'introduzione, nei curricolidelle Istituzioni scolastiche dei Paesi membri, dell'educazione all'imprenditorialità e dell'educazione sessuale e relazionale. Si tratta di risoluzioni non vincolanti, inquanto i programmi delle Istituzioni scolastiche, come è noto, sono di competenza dei singoli Stati e non dell'Unione. 

Nei giorni scorsi, l'Unione Europea ha approvato due risoluzioni riguardanti l'introduzione, nei curricolidelle Istituzioni scolastiche dei Paesi membri, dell'educazione all'imprenditorialità e dell'educazione sessuale e relazionale. Si tratta di risoluzioni non vincolanti, inquanto i programmi delle Istituzioni scolastiche, come è noto, sono di competenza dei singoli Stati e non dell'Unione. 

L'introduzione dell'educazione all'imprenditorialità è stata proposta dall'europarlamentare ceca Micheala Sojdrovà, che ha previsto, inoltre, distabilire degli standard formativi a livello europeo e stanziare appositi finanziamenti nell'ambito del programma Erasmus. 

L'obiettivo, secondo l'europarlamentare ceca, è quello di insegnare a scuola le procedure per creare un'attività e diventare imprenditori, al fine di ridurre l'alto tasso di disoccupazione giovanile, che caratterizza alcune aree dell'U.E.

La promozione dell'imprenditorialità, comunque, non è una novità per diversi Paesi europei,come leggiamo anche ne La Stampa di oggi.

Anche l'Italia, con la Buona scuola, sembra intraprendere tale strada. La legge 107/2015, infatti, prevedeal comma 33 un aumento delle ore di alternanza scuola-lavoro, al comma 60 la creazione di laboratori per l'occupabilità e al comma 7 il potenziamento dellecompetenze economiche e finanziarie. Certo, siamo ancora lontani dall'insegnare praticamente come si crea un'attività imprenditoriale, tuttavia le suddette misure potrebbe essere l'inizio di un percorso che conduca all'obiettivo suddetto.

L'altra risoluzione sull' <<Emancipazione delle ragazze attraverso l'istruzione nell'U.E.>>invita gli Stati membri a rendere obbligatoria, nei curricoli della scuola secondaria e primaria, l'educazione sessuale e relazionale, naturalmenteadeguata all'età, al fine di insegnare agli alunni il valore e l'importanza delle relazioni fondate sul rispetto reciproco.

L'europarlamentare portoghese, Liliana Rodrigues, promotrice della prima citata risoluzione, ha affermato cheil suo obiettivo è quello di favorire l'emancipazione delle ragazze attraverso l'educazione.

Le due risoluzione, seppure diverse per oggetto, sono ambedue di fondamentale importanza: la prima perchépotrebbe facilitare l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e far diminuire la disoccupazione giovanile; la seconda perché è proprio la scuola il luogo deputatoa formare cittadini capaci di istaurare relazioni leali e rispettose, a prescindere dal sesso  delle persone con le quali ci si rapporta.

Le misure previste nelle due risoluzioni potrabbero travare terreno fertile nei vari Paesi membri, considerato che gli obiettivi, che esse si pongono, sono perseguiti dalle istituzioni scolastiche dei vari Paesi  tramite varie attività, sebbene non siano strutturati all'interno di discipline specifiche. 

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