Educazione alla Cittadinanza deve diventare disciplina autonoma. Lettera

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Inviato da Caterina Altamore – Quali sono i poteri dello stato? Quali sono i compiti di ciascuno? Che cosa significa democrazia? Perché bisogna tutelare e garantire i diritti di ogni cittadino? Quali sono i diritti di ciascuno? E quali sono i doveri, che ognuno deve rispettare?

Sono alcune delle questioni fondamentali che non tutti conoscono. E questo può indurre a fraintendimenti, a opinioni personali, a espressioni non coerenti con quanto, invece, la nostra Costituzione afferma.

Essa rappresenta il sacrificio dei nostri Padri, il sangue versato per la nostra libertà, ma anche la nostra capacità di risollevarci, di riconoscerci come popolo e di camminare insieme, sostenuti da quanto in essa stabilito.
Purtroppo la Costituzione è poco conosciuta da tutti, in generale. Ovunque. Basta porre una domanda e assistere al silenzio o all’incertezza. Ma non possiamo perdere così le nostre radici. Ecco perché la scuola deve farsi avanti e impegnarsi direttamente nel farla conoscere e rispettare.

La Costituzione è parte integrante del nostro essere italiani, è la nostra “carta d’identità”. Nella Costituzione ci riconosciamo popolo e nazione.
Ecco perché questo documento, nel quale sono trascritti principi e valori, diritti e doveri, in cui sono richiamati uguaglianza e rispetto, attenzione e solidarietà, deve essere ampiamente e profondamente conosciuta da ciascun cittadino.
Vero che nei nostri programmi (o Indicazioni) ritroviamo la voce Costituzione, secondo un’impostazione interdisciplinare. Altrettanto vero che questa impostazione, valida, purtroppo fatica a concretizzarsi.

Forse è il caso di farla diventare “disciplina a sé”,
– con il suo percorso storico (gli eventi, i fatti, gli uomini e le condizioni che hanno portato alla sua stesura),
– con il suo percorso valoriale (contenuto ricco di valori autentici),
– con il suo percorso universale, che riconosce rispetto e dignità a ciascun cittadino.

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