Education at Glance 2013: gli argomenti affrontati
Red – L’Ocse, organizzazione che riunisce i 34 Paesi più industrializzati del mondo, ha presentato oggi il rapporto Education at a Glance sull’istruzione e il quadro che emerge relativamente all’Italia è uno dei peggiori.
Red – L’Ocse, organizzazione che riunisce i 34 Paesi più industrializzati del mondo, ha presentato oggi il rapporto Education at a Glance sull’istruzione e il quadro che emerge relativamente all’Italia è uno dei peggiori.
In Italia ci sono pochi laureati: nel 2011 solo il 15% degli italiani tra i 25 e i 64 anni ha conseguito una laurea, mentre la media Ocse è del 32%. Inoltre gli insegnanti italiani sono i più anziani e allo stesso tempo i peggio pagati.
Per quanto riguarda le iscrizioni all’università, c’è stato un aumento tra il 2000 e il 2006, quando la percentuale è salita dal 39% al 56%, ha poi ricominciato a scendere e nel 2011 è risultata del 48% contro una media Ocse del 60%.
La percentuale di adolescenti che ha desiderio di laurearsi è scesa dal 52% al 41% dal 2003 al 2009 complice anche la crisi.
In Italia i laureati di età compresa tra 25 e 34 anni guadagnano solo il 22% in più dei loro coetanei che hanno solo il diploma. La media Ocse in questo caso è del 40% in più. I lavoratori laureati tra 55 e 64 anni di età, invece, guadagnano il 68% in più dei coetanei, ma la media Ocse resta comunque superiore: è del 73% in più.
La percentuale di Pil destinata all’istruzione nel 2010 era del 4,7%, mentre la media Ocse è del 6,3%. In pratica è la terza percentuale più bassa dell’area e ciò che è più grave è che solo dello 0,1% superiore a quella del 1995 (quando la percentuale italiana era del 4,6% e la media Ocse del 5,4%).
La spesa pubblica per la scuola nel 2010 era dell’8,9% del totale, nel resto dell’area la media era del 13%: la percentuale italiana in questo caso è la più bassa tra i 30 Paesi per i quali sono disponibili dei dati.
La spesa per studente nella scuola primaria e secondaria è rimasta stabile negli ultimi 15 anni, con un aumento pari a solo lo 0,5% in termini reali tra il 1995 e il 2010. L’Italia è l’unico Paese Ocse che dal 1995 non ha aumentato la spesa per studente nella scuola primaria e secondaria, mentre la media dell’aumento negli altri Paesi dell’area è del 62% negli stessi livelli d’istruzione.
La spesa per studente universitario in questo caso è del 39%, mentre la media Ocse è del 15%. Quella italiana è più del doppio,a causa dei finanziamenti da fonti private, cioè dall’aumento delle tasse universitarie, che poi è una delle cause per cui c’è così poco interesse a conseguire una laurea.
Deprimenti anche i dati relativi agli insegnanti: quelli italiani sono i più anziani e i peggio pagati: nel 2011, il 47,6% dei maestri elementari, il 61% dei professori delle medie inferiori e il 62,5% di quelli delle superiori aveva già superato i 50 anni d’età. Nel rapporto si legge anche che ”negli ultimi anni un numero relativamente limitato di giovani adulti è stato assunto nella professione di insegnante”.
E per quanto riguarda la retribuzione, quelle degli insegnanti italiani ”tendono a essere inferiori rispetto alla maggior parte dei Paesi dell’Ocse”.
Una differenza più bassa ad inizio carriera, ma aumenta con il procedere dell’esperienza lavorativa: 29.418 dollari è la media per i professori italiani all’inizio della carriera contro 31.348 di media dei 34 membri dell’organizzazione, 36.928 dollari per un prof italiano con 15 anni di anzianità contro 41.665 di media Ocse.