Ecco “La scuola che vogliamo”

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Caterina Altamore, Responsabile Scuola Università e Ricerca Segreteria Regionale PD Sicilia –  “La scuola che vogliamo” è lo slogan con il quale docenti, dirigenti, genitori, rappresentanti del mondo sindacale e delle Associazioni si sono riuniti per riflettere sul tema della scuola, argomento al centro del dibattito.

Caterina Altamore, Responsabile Scuola Università e Ricerca Segreteria Regionale PD Sicilia –  “La scuola che vogliamo” è lo slogan con il quale docenti, dirigenti, genitori, rappresentanti del mondo sindacale e delle Associazioni si sono riuniti per riflettere sul tema della scuola, argomento al centro del dibattito.

L’iniziativa, che è stata promossa da un gruppo di docenti della scuola pubblica italiana che, da alcuni anni, si é impegnato per richiamare l’attenzione delle Istituzioni alle istanze del mondo della scuola, rilanciando quell’idea di qualità e di competenza irrinunciabile per la scuola dell’Europa del terzo millennio, si è svolta alla presenza del segretario regionale del PD, on. Fausto Raciti.

Riuniti in Assemblea, presso l’Aula Magna intitolata a Peppino Impastato, del Liceo palermitano “Danilo Dolci”, i partecipanti hanno focalizzato la loro attenzione su alcuni passaggi del DDL “la Buona Scuola”, evidenziandone gli elementi di criticità, che, a detta degli intervenuti, potrebbero compromettere il buon funzionamento della scuola stessa.

Si sono registrati forti e accorate manifestazioni di delusione e di sfiducia, di timore, di resistenza, fugate tuttavia da una intensa e vivace partecipazione, con la quale ciascuno ha voluto dire che spera ancora che la voce del mondo della scuola sia realmente ascoltata e considerata. Il dibattito, oggi avviato, proseguirà infatti anche nei prossimi giorni, perché c’è bisogno che la politica manifesti di essere capace di riappropriarsi della capacità di ascolto, che i cittadini le richiedono.

Con spirito di collaborazione e con la speranza che la voce di molti insegnanti, dirigenti e genitori intervenuti a Palermo non resti inascoltata e che i temi trattati e le richieste avanzate siano oggetto di confronto, di discussione con il fine di giungere ad una ridefinizione dello stesso DDL, in qualità di portavoce del gruppo di insegnanti che ha promosso l’iniziativa, mi rendo tramite delle richieste avanzate dall’Assemblea, riportando, di seguito quanto l’Assemblea stessa ha considerato o chiesto:

  • ritiro del DDL, con stralcio della parte riguardante le assunzioni e ripresa del confronto e del dibattito sulle questioni nodali del DDL;

  • maggiore chiarezza in materia di reclutamento:

    • no alla chiamata diretta da parte del Dirigente Scolastico;

    • no ad attribuire responsabilità ai Dirigenti Scolastici in merito alla decisione di scegliere i docenti, anche tramite una commissione: si evidenziano rischi legati a ricorsi e a contenziosi che renderebbero instabile l’assegnazione dei docenti alle classi;

    • no agli Albi territoriali;

  • in tema di precariato:

    • i precari abilitati con PAS e TFA quali prospettive hanno?

    • dare il via al piano di assunzioni previste dalla sentenza europea;

    • mantenere il punteggio acquisito in graduatoria;

  • in tema di scuola dell’Infanzia:

    • si registra un’assenza di reale riforma nella fascia 0-6 anni;

    • e le sezioni primavera?;

  • in tema di inclusione scolastica:

    • no ai docenti esperti di “patologia”: la disabilità non è una malattia (come indicano i documenti dell’O.M.S., firmati anche dall’Italia); pensare a docenti esperti per patologia o disturbo significa negare l’identità della persona, con il rischio di vedere nascere “classi-dedicate” agli alunni con disabilità, sulla base di ciascun disturbo, una sorta di scuola speciale nella scuola comune, un pericoloso salto all’indietro;

  • in tema di finanziamenti:

    • no ai finanziamenti privati: il rischio è di perdere l’Autonomia in virtù del finanziamento ricevuto, di subire una sorta di ricatto;

    • forte preoccupazione della destinazione del 5‰ alle singole scuole, con il rischio di creare scuole “ricche” e scuole “povere”, in base al reddito prevalente dei contribuenti;

    • no alla scuola classista;

  • in tema di tempo-scuola

    • maggiore disponibilità di “tempo-pieno”, soprattutto nelle zone a rischio;

    • “tempo-pieno” anche al sud;

  • In tema di pensionamento:

    • dare risposte concrete alla quota 96;

  • in tema di valutazione:

    • i docenti accettano la valutazione, purché sia equa, oggettiva e formulata in modo competente;

    • serve valutazione che non induca a conflittualità e/o condizioni di ricatto;

    • no ai genitori e alunni nei comitati di valutazione dei docenti;

    • chiarezza nella definizione dei criteri che definiscono le qualifiche dei docenti;

  • in tema di risorse:

    • Restituzione degli 8 miliardi sottratti alla scuola dal Ministro Gelmini.

In sintesi, i docenti, e non solo, chiedono maggiore dialogo, un confronto reale; essi lamentano, infatti, di sentirsi inascoltati e poco o nulla valorizzati. La delusione è tale da affermare che “i tagli del ministro Gelmini” rappresentassero un danno minore.

I docenti chiedono maggiore rispetto: non accettano il ricatto della promessa di assunzione in cambio dell’accettazione di una ad una riforma della scuola, che non condividono, pertanto chiedono che le assunzioni vengano stralciate da questo DDL. Contestualmente chiedono che si faccia riferimento alla Legge popolare sulla scuola Legge di Iniziativa Popolare “Per una Buona Scuola per la Repubblica”, attualmente depositata presso il Senato, Disegno di Legge n. 1583.

Nella speranza che i punti sopraelencati siano oggetto di attento e meditato approfondimento, e che non si ignori la voce di chi vuole partecipare attivamente e in modo propositivo alla creazione di una scuola nuova, di qualità, rispondente ai bisogni formativi di ciascun alunno, consegno a nome dell’Assemblea e del gruppo promotore dell’iniziativa questo documento, in attesa di un riscontro in tempi brevi

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