ECCHER (PdL): “…impraticabile l’assorbimento dell’intero precariato pregresso”

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red – Nel dibattito al Senato sul regolamento concernente la formazione iniziale dei docenti è intervenuto l’On. Rusconi del Partito Democratico che ha criticato il blocco del piano di assunzioni messo in atto dal Governo Prodi che avrebbe consentito un assoribimento dei precari storici. Ha replicato l’On. Eccher affermando " … impraticabile l’assorbimento dell’intero precariato pregresso". Pubblichiamo gli interventi

red – Nel dibattito al Senato sul regolamento concernente la formazione iniziale dei docenti è intervenuto l’On. Rusconi del Partito Democratico che ha criticato il blocco del piano di assunzioni messo in atto dal Governo Prodi che avrebbe consentito un assoribimento dei precari storici. Ha replicato l’On. Eccher affermando " … impraticabile l’assorbimento dell’intero precariato pregresso". Pubblichiamo gli interventi

Nel dibattito prende la parola il senatore RUSCONI (PD), il quale reputa necessaria una riflessione sull’esperienza delle Scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario (SSIS), le quali sono state a suo avviso una promessa non mantenuta. Esse infatti hanno rappresentato un percorso di formazione costoso, attivato dalle università anche a prescindere dalle reali opportunità di immissione in ruolo dei futuri docenti. Rileva del resto criticamente che il 60-70 per cento dei giovani è fuori dal ruolo, anche coloro i quali hanno frequentato i primi corsi SSIS.

Giudica pertanto il provvedimento sbagliato nelle premesse, che connotano la politica del Governo sulla scuola, mentre quanto ai contenuti ravvisa delle analogie con talune proposte legislative sul reclutamento, tra cui un disegno di legge a sua prima firma. Rimarca tuttavia come la convergenza su alcune disposizioni non si ripercuota affatto sull’impostazione di fondo, tanto più che mancano addirittura le risorse per pagare gli insegnanti.

Lamenta altresì come dalla relazione illustrativa emerga che non vi sono spazi per l’ingresso di nuovi docenti per l’intera durata della legislatura, a differenza di quanto aveva invece prospettato il Governo Prodi mediante il Piano triennale di assunzioni, che prevedeva la chiusura delle code e l’avvio di ulteriori concorsi. Si tratta dunque di un dato politico di assoluta rilevanza confermato del resto dalle indicazioni del Ministero, nonchè dal riordino della scuola secondaria. Si interroga peraltro come sarà possibile favorire l’avvio di giovani alla professione, tenuto conto che l’ultima procedura concorsuale risale a circa 11 anni fa.

Ritiene altresì che il provvedimento testimoni l’abbandono in sostanza di tutte le proposte sul reclutamento e lo stato giuridico della docenza, tra le quali menziona la proposta di legge dell’onorevole Aprea e quella del senatore Pittoni. Censura dunque la politica dell’annuncio, tipica dell’Esecutivo in carica, ben diversa dalla politica dei fatti. L’atto in esame, sostituendo il meccanismo delle SSIS con un percorso più breve, non risolve i malfunzionamenti registrati nell’ultimo decennio e sopratutto non rilancia affatto la professione docente, ormai addirittura proletarizzata. Reputa perciò che sia stata persa un’occasione di riforma del comparto che sarebbe dovuta partire dalla definizione dello statuto della docenza. Deplora infine che il Governo non sia stato in grado di elaborare una proposta idonea ad attrarre i giovani migliori ad esercitare la professione di insegnante. Manifesta dunque profonda amarezza per le sorti della scuola italiana.

Il relatore de ECCHER (PdL) interviene in sede di replica sottolineando preliminarmente la complessità della materia, nonché la necessità di un intervento tempestivo per elaborare un percorso alternativo a quello delle SSIS. Rimarca altresì come negli ultimi anni si sia registrato un deficit nella preparazione dei docenti sul piano non solo pedagogico ma anche disciplinare, a causa di errori compiuti a monte. Rammenta infatti come in passato per insegnare nella scuola dell’infanzia e in quella primaria era sufficiente un diploma di scuola secondaria, ferma restando una selezione rigorosa e responsabile, equilibrata anche sul piano nazionale. Deplora invece l’attuale difformità di valutazioni nel territorio nazionale, criticando la certificazione assolutamente autoreferenziale di una preparazione in molti casi inesistente. Rileva quindi come sia necessaria oggi una formazione addirittura decennale, con costi non indifferenti. Ritiene peraltro che non occorra distinguere la preparazione finalizzata all’insegnamento nella scuola dell’infanzia rispetto a quella per la scuola primaria, giudicando sufficiente la distinzione tra primo e secondo ciclo.

Concorda inoltre con la scelta di privilegiare anzitutto le competenze disciplinari e poi quelle pedagogiche per quanto attiene all’insegnamento nella scuola superiore. Reputa altresì ragionevole che la disciplina della formazione dei docenti tecnico-pratici sia demandata ad un atto regolamentare, come del resto segnalato dal Consiglio di Stato.

Quanto alle altre categorie di docenti non abilitati attualmente in servizio, segnala l’assenza di dati certi. In proposito, pur riconoscendo la necessità di una proporzione tra le abilitazioni conseguite e le opportunità di impiego, giudica impraticabile l’assorbimento dell’intero precariato pregresso. Sottolinea peraltro come a volte sia necessario operare una scelta tra coloro i quali hanno una maggiore anzianità e coloro i quali hanno maggiori competenze, rilevando criticamente che nel pubblico impiego spesso si privilegiano i primi senza una valutazione di merito. Afferma dunque che occorre dare ai giovani meritevoli la possibilità di competere pure tenendo conto dell’esperienza maturata.

Reputa indi necessario riattivare i concorsi svolti in maniera seria e regolare, rimarcando peraltro che per l’accesso ai pubblici impieghi la Costituzione prescrive l’obbligo di procedure concorsuali.

Quanto ai tutor ed ai supervisori, riconosce che si pongano questioni circa la valorizzazione della competenza maturata. Sostiene tuttavia che lo svolgimento continuativo di tale compito rischia di far perdere ai docenti coinvolti il contatto diretto con la scuola, nonché la possibilità di aggiornarsi sull’evoluzione della disciplina insegnata. Ribadendo infine la necessità di intervenire su tale segmento, si riserva di presentare uno schema di parere che recepirà alcune osservazioni.

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