E chiese la Didattica: “Perché non posso stare?”. Lettera

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Inviata da Eva Battiloro – Con infima dialettica rispose ogni Progetto: “Tu te ne devi andare, noi non abbiam rispetto perché non sei importante!”.

Salì l’indignazione:
ma come?!? Era aberrante!
Così era sempre stato:
aveva l’attenzione
di tutti in Istituto!
Lei era la regina
lei era la “divina”!

Al PCTO disse:
“Non puoi cosi cacciarmi!”,
ma lui mostrò orgoglioso
le norme come armi
con cui, come un rapace,
s’assise in sua vece.
L’INVALSI era capace
di fare stessa cosa,
e a suo diritto pose
all’UE di adeguare
il nostro bel sapere.
Didattica, sdegnata,
teneva in grande conto
la strada assai in salita

in fine ottocento
di un novello Stato
che aveva allor lottato
per cancellar dal volgo,
da poco unificato,
l’ignobile “non so”
e l’indistinta croce
che a firma dava voce!
S’accorse inorridita
che Incontri e Conferenze
al posto suo, bandita,
le mille conoscenze
a scuola millantavan
e gli Analfabetismi
con fare da fantasmi
a galla ritornavan!

Interpellò le Gite,
Spettacoli teatrali
ed i Tornei sportivi,
gli Incontri editoriali…
Ma avevano obbligate
le date e le durate….
Fu relegata in angoli,
in fondo a neri vicoli,
persin la Cogestione
da tutti era invocata
e più della Didattica
avea l’approvazione!

E ogn’altra attività

ancella o cadetta
prendeva il posto innanzi,
seppure era negletta.
La nobile Didattica
aveva solo avanzi.

E quindi al Ministero
alfin lei si rivolse
pensando di parlare
con le persone colte.
Ma degli onorevoli
taluni eran dimentichi
di lei, o sfavorevoli;
talaltri non l’avevano
mai vista e conosciuta
in quanto in lor carriera
non l’hanno mai incontrata,
poiché a lor politici
non servono mai titoli.
E quindi non curanti
del sacro insegnamento
aspirano soltanto
ad un volgar consenso.
Misura era colma
e con felin ruggito
si espresse senza calma
lei con parlar forbito
in un tremendo monito:
“Attenti a voi, o stolti,
saggezza e dottrina

da sempre son passate
guidate da mia lima.
Memoria rivolgete
al vil passato vostro,
a quando eravate
ostaggi di quel mostro,
di laida ignoranza
che inetti vi fe’ inver
a ogni rimostranza
e a scegliere o pensar,
e sol vi rese liberi
di abbassare il capo
di dir di sì alle guerre
di sottoporvi al giogo
di despoti e invasor.
Badate, senza me
voi tutti mai potrete
coi popoli emergenti
paragonar le mete
chè essi han tanto cari
riscatto e dignità
e in prima fila pongon
scuole e università.
Se, miseri, credete
che alto sia il mio costo
sostate e poi vedrete
dell’ignoranza il conto!”

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