Dsa, in sette anni aumento di certificazioni del 450%

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I ragazzi dislessici o disgrafici sono molto più numerosi di quanto si possa pensare.

In sette anni, il loro numero è salito del 450 per cento. Nell’anno scolastico 2017/18 sono stati il 3,2% degli studenti; nel 2010/11 erano lo 0,7%.

E’ quanto emerge dalle certificazioni rilasciate delle aziende sanitarie i cui numeri sono stati riproposti anche dal quotidiano Messaggero.

In termini numerici assoluti, gli studenti con  disturbi specifici dell’apprendimento sono oltre 270 mila. Tuttavia c’è da preoccuparsi solo relativamente. Anzi, la spiegazione potrebbe addirittura essere rassicurante: il numero con una crescita così alta sarebbe dovuto a una maggiore attenzione nel riconoscere l’origine precisa dei ragazzi che un tempo venivano tacciati di distrazione e svogliatezza.

Almeno questa è la versione fornita dal Messaggero, ribadendo il concetto dell’importanza di individuare il disturbo specifico dell’apprendimento prima possibile per aiutare lo studente a recuperare la sua difficoltà fino a farla sparire negli anni successivi.

Un altro motivo che giustifica un incremento così evidente è il fatto di aver inserito con la legge 170 del 2010 il riconoscimento di altre tipologie specifiche di disturbi dell’apprendimento. Oltre alla dislessia e disgrafia, i Dsa ne contemplano altri come le discalculie e disortografie. Inoltre, un ragazzo potrebbe presentare più di un disturbo di questo genere.

Solo negli ultimi quattro anni – scrive Lorena Loiacono, autrice dell’articolo – le certificazioni per la dislessia sono salite da circa 94 mila a 177 mila, con un tasso di crescita dell’88,7%, le certificazioni di disgrafia sono passate da 30 mila a 79 mila, con una crescita del 163%, quelle di disortografia sono cresciute del 150% passando da circa 37 mila a 92 mila alunni e la certificazione per discalculia è aumentata del 160% crescendo da 33 mila a poco meno di 87 mila casi“.

I casi maggiori vengono certificati solitamente nelle secondarie di primo grado, le medie, (5,6%); meno frequente, invece, la loro evidenza nelle secondarie di secondo livello (4,7%). La percentuale più bassa si registra nelle elementari (2%).

A livello territoriale, i dati mostrano una maggiore attenzione nelle regioni del Nord a differenza di quelle del Sud, anche se la certificazione potrebbe non corrispondere alla situazione reale. In altre parole, i ragazzi sofferenti di disturbi specifici dell’apprendimento, senza il riconoscimento di questo stato, potrebbero facilmente registrare fallimenti scolastici con conseguente crollo della loro autostima e – secondo Andrea Novelli del consiglio direttivo dell’Associazione italiana dislessia – anche questo potrebbe diventare uno dei motivi dell’abbandono scolastico.

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