Domani sciopero nazionale, Anief: basta dilettantismi e disastri nelle riforme sul precariato

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Anief – Alla vigilia dello sciopero nazionale della scuola, nel giorno dell’insediamento delle Camere, Anief chiede con forza di fermare i disastri causati dalla riforma Renzi-Giannini, a partire dal nuovo reclutamento scolastico e sul precariato.

 Il giovane sindacato lo ribadisce commentando le dichiarazioni di Marco Campione (PD), della segreteria tecnica del Miur, che dice la sua sulla proposta della Lega Nord di indire un nuovo PAS (percorso abilitante speciale) per docenti che hanno raggiunto i 36 mesi di servizio: sembrerebbe un déjà vu, dato che nel Decreto Legislativo n. 59 del 13 aprile 2017 di fatto il percorso di abilitazione non esiste più. Fautore della proposta della Lega Nord è Mario Pittoni, che figura nella lista dei papabili come prossimo Ministro dell’Istruzione.

 

Dal suo blog, Marco Campione ribatte: “Per questi docenti i casi sono due. O Pittoni pensa che anche la selezione PAS fosse una cosa seria, ma allora non ha senso cambiare tutto per l’ennesima volta; oppure vuole usare i PAS per abilitare senza una vera selezione per poi lasciarli ad invecchiare nelle graduatorie: l’ennesima sanatoria sulla pelle dei nostri figli e dei precari stessi”.

 

Si tratta di due modi differenti di concepire la formazione iniziale degli insegnanti. Da una parte Laurea + PAS + concorso + Anno di prova + ruolo. Dall’altra Laurea + Concorso + FIT (Tirocinio e Formazione) di 3 anni (o due nel caso di docenti con tre anni di servizio) da cui scaturisce l’immissione in ruolo. Fautore della proposta per la Lega è Pittoni, che potrebbe anche diventare Ministro. La proposta, tra l’altro, arriva dopo l’ennesimo peggioramento e la conseguente confusione per quanto concerne il reclutamento e il precariato scolastico, mai scalfito, che a settembre tornerà a fare sottoscrivere 100 mila supplenze.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, risponde a Campione: “C’è bisogno di una nuova segreteria tecnica al ministero e di un nuovo ministro dell’Istruzione che risolva e non complichi il problema del precariato: tra le prime norme da attuare, c’è l’adeguamento dell’organico di fatto a quello di diritto con lo sblocco di 150 mila immissioni in ruolo, pensionamenti a 61 anni, apertura delle GaE. Le nuove graduatorie, le “Grame”, infatti, creano ulteriore precariato, a dispetto del fatto che la reiterazione delle supplenze è contraria al diritto dell’Unione Europea. Basta traccheggiare: dopo tre anni, un docente abilitato all’insegnamento deve essere stabilizzato o risarcito, certamente non licenziato. Anche per questi motivi, domani scioperiamo e manifestiamo”.  

 

Nel frattempo, per domani rimangono confermate le modalità dello sciopero: il raduno dei partecipanti, provenienti da tutta Italia, è previsto a partire dalle ore 9.00 in piazzale Ostiense, da dove il corteo si muoverà – al raggiungimento di almeno 2 mila partecipanti – per arrivare al Ministero dell’Istruzione, in Viale Trastevere. Nella stessa giornata, sono previsti incontri con i nuovi parlamentari eletti e i vari responsabili Scuola di partito.

 

Sciopero e manifestazione serviranno a rivendicare una lunga serie di nodi mai sciolti: dalla riapertura delle GaE a tutti i docenti abilitati all’insegnamento, come già avvenuto nel 2008 (Legge 169) e nel 2012 (Legge 14), attraverso l’accoglimento della soluzione legislativa proposta dall’Anief, alla la stabilizzazione di tutto il personale; dal risarcimento per l’abuso dei contratti a termine all’adeguamento dell’organico di fatto a quello di diritto, inclusi i posti in deroga per sbloccare assunzioni e trasferimenti; dall’allineamento degli stipendi all’inflazione, con il recupero dell’indicizzazione dell’indennità di vacanza contrattuale, alla parità di trattamento tra personale assunto a tempo determinato e personale assunto a tempo indeterminato, come indicato dalle pronunce della Corte di Cassazione; dal riconoscimento del ruolo svolto dai facenti funzione Dsga e dei vicari dei dirigenti scolastici, dei nuovi profili del personale Ata e collaboratori scolastici, nonché dei servizi prestati in altro ruolo, sino ad una finestra a 61 anni per i pensionamenti di tutto il personale scolastico, allineando in tal modo l’Italia al trattamento adottato in diversi Paesi Ue

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