Docenti precari, Anief: salta bonus 300 euro. Anche il prossimo anno eventuale didattica a distanza a proprie spese

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Anief – Disco rosso del Senato all’estensione del bonus dell’aggiornamento annuale da assegnare anche ai docenti precari, oltre che al personale insegnante di ruolo: nelle ultime battute dell’esame dell’emendamento al Decreto Legge n. 22, promosso anche del sindacato Anief, la commissione Bilancio di Palazzo Madama ha deciso di bocciare il provvedimento, dopo i rilievi della Ragioneria dello Stato, con il suo parere al maxiemendamento al decreto, chiedendo quindi lo stralcio della norma.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “si è persa l’ennesima occasione per sanare un errore palese del comma 124 della Buona Scuola, che ha negato la ‘formazione in servizio’ ad un docente italiano su quattro.

Anche l’anno prossimo, i collegi dei docenti approveranno un piano dell’offerta formativa che assegnerà delle attività di formazione solo ad una parte degli insegnanti, che dopo essere discriminati in fase di reclutamento continueranno ingiustamente ad essere esclusi da una funzione che fa parte della loro professione.

Il Mef non può continuare a decidere al posto del Parlamento.

Sarebbe bene che le indicazioni che giungono dai dirigenti del ministero dell’Economia vengono poi valutate e filtrate da deputati e senatori, a cui spetta la responsabilità finale della disposizione, soprattutto quando si tratta di un provvedimento di giustizia e di equità.

In questo caso, stiamo parlando di una esigenza particolarmente sentita, considerando che la didattica a distanza potrebbe purtroppo continuare ad essere esercitata anche nel prossimo anno scolastico”.

Anief conferma la sua battaglia contro questa ingiustizia per fare ottenere a tutti i dipendenti in servizio nella scuola pubblica, senza alcuna distinzione, l’accesso al bonus di 500 euro che continua ad essere concesso solo ai docenti in servizio a tempo indeterminato.

I precari non hanno diritto ad aggiornare il loro stato professionale e di acquistare un pc o un tablet, nemmeno nel tempo del coronavirus che li costringe a praticare una didattica innovativa e a distanza. La misura, ricorda Orizzonte Scuola, inserita durante l’esame in commissione Istruzione, prevedeva che per il 2020 la carta del docente fosse estesa agli insegnanti con contratto almeno fino al 30 giugno 2020 anche se con un budget ridotto di 300 euro rispetto ai 500 dei colleghi di ruolo nelle scuole statali.

UNA QUESTONE DI EQUITÀ

Anief si è sempre battuta per l’allargamento della carta docente al personale precario, sin dall’approvazione del comma 124 dell’art.1 che ha introdotto la condizione di perentorietà e di continuità sul tema della formazione in servizio facendola rientrare all’interno degli adempimenti della funzione docente. Il sindacato anche negli ultimi mesi ha condotto la sua azione sindacale e di recente è stato tra i promotori di uno specifico emendamento al Decreto Legge n. 22 sulla Scuola: nella motivazione si è fatto diretto riferimento allo svolgimento del lavoro agile e della didattica a distanza con mezzi a disposizione del personale ed evidenziata l’estrema “necessità di non discriminare più i lavoratori a tempo determinato da quelli a tempo indeterminato e il personale docente da quello educativo e Ata con la previsione dell’estensione del bonus previsto dalla legge per i soli insegnanti di ruolo”.

LA RICHIESTA DELL’ANIEF

L’emendamento Anief al Decreto Legge n. 22 sulla Scuola

Estensione carta docente a precari, ata e personale educativo per DAD e lavoro agile Al comma 3, aggiungere il seguente periodo:
Al fine di realizzare la didattica a distanza e il lavoro agile del personale docente, educativo, amministrativo, la carta elettronica di cui all’articolo 1, comma 121 della legge 13 luglio 2015, n. 107 è estesa a tutto il personale scolastico, anche con contratto a tempo determinato.

Motivazione: considerata la necessità dello svolgimento del lavoro agile e della didattica a distanza con mezzi a disposizione del personale, urge la necessità di non discriminare più i lavoratori a tempo determinato da quelli a tempo indeterminato e il personale docente da quello educativo e Ata con la previsione dell’estensione del bonus previsto dalla legge per i soli insegnanti di ruolo.

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