Docenti e dirigenti alle prese col cyberbullismo, cosa fare?

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red – La Prefettura di Rovigo ha divulgato un documento con il quale si intende fornire a genitori, Dirigenti e docenti strumenti utili per fronteggiare i nuovi fenomeni legati al mondo virtuale.
Vediamo insieme quali sono consigli rivolti ai Dirigenti e docenti

red – La Prefettura di Rovigo ha divulgato un documento con il quale si intende fornire a genitori, Dirigenti e docenti strumenti utili per fronteggiare i nuovi fenomeni legati al mondo virtuale.
Vediamo insieme quali sono consigli rivolti ai Dirigenti e docenti

I dirigenti scolastici:

• Possono promuovere la consapevolezza e la conoscenza del cyberbullismo, attraverso corsi di formazione, seminari, dibattiti.
È infatti importante che docenti, personale ATA, genitori e studenti abbiano una chiara e condivisa definizione di cyberbullismo.

• Possono informare i docenti, il personale ATA e i genitori sui comportamenti non verbali correlati al cyberbullismo. Gli adulti dovrebbero allertarsi se uno studente, dopo l’uso di Internet o del proprio telefonino, mostra stati depressivi, ansiosi o paura.

• Aggiornano il Regolamento d’Istituto prevedendo apposite norme in tema di cyberbullismo e navigazione online sicura, specificando quando e come si possono utilizzare all’interno della scuola, i computers e i videotelefonini.

• Informano genitori e studenti sulle sanzioni previste dal Regolamento di Istituto nei casi di cyberbullismo e navigazione online a rischio. Gli studenti devono imparare a comportarsi in modo responsabile e sicuro quando usano le nuove tecnologie, diventando consapevoli che in alcuni casi possono infrangere il codice penale, il codice civile ed il codice della privacy.

• Possono decidere di creare all’interno della scuola un team anticyberbullismo, nominando un docente in qualità di responsabile del coordinamento delle attività di prevenzione, magari con l’affiancamento di genitori e studenti disponibili a collaborare.

• Possono rivolgersi a partners esterni alla scuola quali: servizi sociali e sanitari, aziende del privato sociale (cooperative ed associazioni) e Forze di Polizia per realizzare un progetto di prevenzione.

• Possono attuare collaborazioni con altre scuole, condividendo risorse, buone prassi ed idee.

I docenti, invece, devono

• Conoscere Internet significa anche dimostrare ai ragazzi di essere vicini al loro mondo. È necessario quindi che teniate sempre aggiornate le vostre competenze tecnologiche.

• Cercate di capire il livello delle conoscenze informatiche degli studenti ed organizzate eventualmente qualche ora di formazione.

• Informate gli alunni sui rischi presenti in Rete, senza demonizzarla, ma sollecitandone un utilizzo consapevole, in modo che Internet possa rimanere per i ragazzi una fonte di divertimento e apprendimento.

• Educate bambini e adolescenti alla prudenza, a non fornire dati ed informazioni personali, ad abbandonare un sito dai contenuti che possono turbare o spaventare e a non incontrare persone conosciute in Rete senza averne prima parlato con i genitori.

• Mostrate agli studenti come usare e valutare criticamente ciò che incontrano durante la navigazione: non tutte le informazioni online sono affidabili.

• Spiegate agli alunni che comportamenti illeciti nel mondo reale (per es. insultare una persona, sottrarre credenziali ad un amico, accedere illecitamente ad un sito o a un servizio ecc.), lo sono anche in Rete.

• Incoraggiate discussioni all’interno della classe sui siti che gli alunni trovano interessanti e divertenti ed invitateli a parlare dei siti in cui hanno incontrato argomenti che li hanno preoccupati o spaventati.

• Considerate che spesso, navigando, ci si allontana molto dal punto da cui si è partiti per effettuare una ricerca: questo aumenta il rischio di accedere anche involontariamente a materiali non idonei a bambini e adolescenti; è perciò necessaria una vostra continua attenzione.

• Controllate periodicamente l’hard disk dei computers della scuola ed eliminate eventuali video, immagini o testi offensivi, avendo cura di conservarne una copia, in una memoria riservata, utile per eventuali e successivi accertamenti.

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