Docenti conversazione in lingua straniera, cosa potrebbero fare nella scuola

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L’Associazione Nazionale dei Docenti di Conversazione in Lingua vorrebbe condividere con le Autorità Scolastiche una riflessione sulla natura e il ruolo dell’insegnamento delle LS vista la situazione sempre più incresciosa dei docenti di conversazione.

Nonostante il Trattato di Lisbona definisca chiaramente le competenze chiavi per l’apprendimento e dedichi al ruolo vitale delle lingue un intero capitolo (capitolo 5) nel quale sono illustrate le raccomandazioni europee sul riconoscimento dei crediti, la convalida e le certificazioni di apprendimenti pregressi ed il sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale, si continua a differenziare e discriminare le persone formate in altri paesi europei.

Non solo, i docenti di conversazione (di seguito indicati come Doc di conv) hanno spesso formazioni eccellenti come il Celta e Delta per l’inglese, abilitazioni professionalizzanti conseguite presso enti di formazione di livello internazionale, tuttavia non riconosciute come vere e proprie abilitazioni dal MIUR.

In questi anni si è dovuto conseguire a spese proprie abilitazioni che presentavano percorsi identici a quelli dei docenti italiani di lingua straniera, includendo spesso la parte relativa alla letteratura. Tuttavia, i Doc di conv si ritrovano con abilitazioni solo per la conversazione.

Spesso sono docenti che hanno formato altri docenti italiani nei corsi per Erasmusplus, gli ex Comenius e corsi risultati da accordi tra università italiane ed estere, nonché docenti nelle scuole primarie, docenti CLIL, ecc. Di fatto, non vengono ritenuti idonei all’insegnamento della lingua straniera allo stesso livello degli insegnanti di lingua. Un paradosso considerando che la maggior parte hanno un titolo universitario.

Hanno insegnato presso Università, enti di formazione linguistica riconosciuti dal Miur, scuole ecc, tenendo corsi di:

– lingua e metodologia didattica per docenti di lingua.
– Lingua e metodologia CLIL indirizzati a docenti di discipline non linguistiche (DNL)
E progetti di formazione in qualità di:
– Ambasciatori Etwinning
– Progettisti ed intermediari per Erasmusplus
– Docenti CLIL
– Formatori per gli insegnanti delle scuole primarie

Il titolo di accesso alla Classe di Concorso di Conversazione in Lingua è il diploma di scuola secondaria conseguito nel paese di cui si parla la lingua. Tali docenti sono equiparati agli ITP. Negli anni, si è verificato che anche persone italiane, avendo conseguito un diploma di scuola secondaria dopo un soggiorno all’estero, siano state ritenute idonee ad insegnare la conversazione al pari di un docente madrelingua.

Chiediamo di rivedere l’accesso all’insegnamento della Conversazione per tutelare questa Classe di Concorso e per restituirle il valore aggiunto che si merita.

Abbiamo da anni un vademecum della professione, poiché un vuoto nel sistema scuola ha lasciato alla libera interpretazione il ruolo dei due docenti in compresenza.

Le criticità dell’insegnamento delle lingue nei vari ordini di scuola secondo noi:

1 Il problema dell’insegnamento nelle Scuole primarie è spesso collegato a vari fattori:

a. La lingua straniera deve essere un modo alternativo di comunicare (come di fatto avviene nelle scuole internazionali). Gli insegnanti della scuola primaria non comunicano nella seconda lingua in modo naturale in quanto il loro livello linguistico risulta A2 o B1, con il risultato di ‘insegnare’ ciò che a loro volta hanno appreso con poche ore di preparazione. Con l’intervento di un Doc di conv nelle primarie che svolge alcune ore insieme agli studenti e agli insegnanti si può tenere viva la loro preparazione e la loro motivazione nonché accedere a innovazioni didattiche per l’età specifica.
b. Comunicare già da piccoli in una lingua straniera perché c’è un nativo con cui interloquire risolve non solo i problemi glottodidattici, affiancare la pratica, l’esercitazione, la conversazione all’insegnamento tradizionale rappresenta un arricchimento e una necessità soprattutto per i piccoli.

2. Scuola Secondaria

a. E’ fondamentale che ci sia continuità tra i vari gradi di scuola, evitando di ricominciare e inserendo qualche ora di pratica oltre alle lezioni di lingua. Il Doc di conv è un esperto capace anche di migliorare gli interventi del collega di lingua mentre è di vitale importanza che i docenti di lingua siano più responsabili durante l’ora di conversazione monitorando da vicino gli aspetti soggettivi degli alunni che il Doc di conv non sempre può cogliere in un’ora alla settimana.
b. In questa seconda fase l’insegnamento dovrebbe essere consone all’età degli alunni, crescere con loro approfondendo dov’è necessario e possibile, dando supporto alle lezioni, offrendo potenziamento e recupero seguendo un ritmo personalizzato, secondo la maturità degli alunni. Gruppi di alunni potrebbero essere creati con l’utilizzo di docenti nativi mantenendo sempre un collegamento con l’aspetto internazionale ed offrendo momenti autentici per la lingua.
c. La progressione diventa costante. Il Doc di conv diventa essenziale nello sviluppare una scioltezza nel parlare e facilitare l’ascolto. Si motivano i discenti a continuare anche se sbagliano. In particolare, in alcuni indirizzi, il Doc di conv diventa essenziale per la formazione tecnica e per favorire l’inserimento lavorativo, ad esempio nel settore turistico, nautico o aeronautico, con l’esercitazione orale autentica di un docente madrelingua. Ormai i corsi universitari sono sempre più spesso in lingua straniera e quindi le figure dei docenti madrelingua e di conversazione diventano insostituibili a tutti i livelli.

Auspichiamo che a breve si possa essere coinvolti insieme a tutti gli operatori ed esperti di lingua per partecipare ad un incontro sul tema, sul futuro dell’insegnamento delle lingue in Italia al fine di contribuire ad avvicinare l’Italia agli standard europei richiesti.

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