Docente stufa di essere colonizzata dalla lingua inglese. Lettera

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Prof.ssa Fortunata Cammilleri – sono una docente che si è stufata di essere colonizzata dalla lingua inglese.

La scuola è un’azienda alla moda, e tutto ciò che proviene dal Ministero è vangelo, così anche la lingua inglese, i cosiddetti corsi CLIL. Pensavo se non si potesse rilanciare un’altra lingua con cui insegnare un modulo di una disciplina non linguistica, che non fosse l’inglese, per esempio, lo spagnolo.

Dimenticavo: io sono un’insegnante di lettere e storia, provo un rifiuto totale per l’inglese (un popolo che è riuscito a colonizzare il mondo anche con la lingua, soprattutto con l’uso della propria lingua nel mondo). Si potrebbe cominciare a uscire fuori da certi schemi per pensare che anche lo spagnolo o il portoghese hanno la stessa dignità dell’inglese (e comunque sempre più alunni lo richiedono come seconda lingua). Non so… ci vorrebbe un sommovimento d’idee, qualcosa di nuovo, un’idea in grado di sottrarre sacralità a questa lingua che non sopporto per i precedenti storici… e altro. Che senso ha, per esempio, parlare ampiamente la lingua di un popolo che ha pure deciso di uscire dall’U. E.?

Troppe mode a scuola, adesso è imperante quella dell’INCLUSIONE, e, mi spiace dirlo, i professionali, soprattutto, sono diventati scuole invivibili per gli insegnanti, dove si trova di tutto, anche chi manda a fare in… il docente, in barba alla sua condizione di “Pubblico Ufficiale” di cui non importa un bel niente a nessuno, perchè di fatto il docente oggi non è una figura rispettata, forse anche perchè lo Stato lo tiene a stecchetto con i soldi? Che voli pindarici può, infatti, fare un insegnante con 1.300-1500 euro? Soprattutto se monoreddito, e con una famiglia? neanche la sopravvivenza ha garantita.

Un cordiale saluto alla redazione

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