Dl istruzione e docenti inidonei: nella nuova legge qualche luce, ma molte ombre. Interessati anche i docenti che usufruiscono della L.104

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di Eleonora Fortunato – Definitivamente abrogato il passaggio obbligatorio nel ruolo Ata, ma il bilancio globale non è positivo. Resta la mobilità intercompartimentale e, soprattutto, la presenza di un rappresentante del Miur nella commissione medica viola la privacy: il datore di lavoro non dovrebbe conoscere la diagnosi! Insomma, al personale malato della Scuola continua ad essere riservato un trattamento diverso rispetto a quanto avviene negli altri comparti del pubblico impiego (Asl, Forze armate, Protezione civile ecc.). Ne abbiamo parlato con Maria Teresa De Nardis del CONBS – Coordinamento Nazionale Bibliotecari Scolastici.

di Eleonora Fortunato – Definitivamente abrogato il passaggio obbligatorio nel ruolo Ata, ma il bilancio globale non è positivo. Resta la mobilità intercompartimentale e, soprattutto, la presenza di un rappresentante del Miur nella commissione medica viola la privacy: il datore di lavoro non dovrebbe conoscere la diagnosi! Insomma, al personale malato della Scuola continua ad essere riservato un trattamento diverso rispetto a quanto avviene negli altri comparti del pubblico impiego (Asl, Forze armate, Protezione civile ecc.). Ne abbiamo parlato con Maria Teresa De Nardis del CONBS – Coordinamento Nazionale Bibliotecari Scolastici.

Sono rimasti in 2.500 circa dopo che circa 600 unità nell’a.s. 2010/2011, hanno chiesto di transitare nei ruoli ATA, in virtù di quanto disposto dalla L. 111/2011, ed altri hanno tentato di farsi rimettere in classe (e alcuni vi sono riusciti) per sottrarsi, pur persistendo la loro patologia, al continuo stillicidio legislativo.

Ultime modifiche nel Decreto istruzione, che da ieri è legge

All’indomani della pubblicazione in G.U. del Decreto Legge “L’istruzione riparte”, lo scorso 12 settembre, i docenti inidonei avevano potuto tirare un parziale respiro di sollievo: nessun demansionamento a ruoli ATA coatto, ma trasferimento in altri enti pubblici della provincia. Eppure si è parlato di ‘funambolica beffa’…

Certo, perché, pur abrogando il comma che imponeva il passaggio dei docenti inidonei nel ruolo ATA, con demansionamento e perdita stipendiale, il decreto lasciava in vigore la Legge 111/2011 che comunque imponeva il passaggio in altra Amministrazione “da sani”. Cosa che rappresenta una “spada di Damocle” fin dal 2003 ed è particolarmente pesante considerando che si tratta di persone malate e per lo più anziane.

Nella nuova legge si parla di mobilità intercompartimentale: ci fa un esempio?

Tutte le Amministrazioni statali: Ministeri centrali e periferici, Comuni, Demanio, Agenzia delle entrate, Asl, Camere di commercio… Solo poche hanno qualche attinenza col lavoro finora svolto dai docenti utilizzati in altri compiti.

Ci può illustrare come si prospetta la situazione oggi, dopo quasi due mesi, alla luce delle recenti modifiche al testo appena approvato?

La situazione è alquanto vaga e incerta. Un docente che venga dichiarato inidoneo dopo l’approvazione della legge ha tre possibilità: chiedere spontaneamente il passaggio ATA; passare obbligatoriamente in altra Amministrazione; essere utilizzato per due anni nelle iniziative  “dell’Articolo 7” (Apertura delle scuole e prevenzione della dispersione scolastica).

Per i docenti già utilizzati in altri compiti la situazione è ancora più complicata, perché prioritariamente essi saranno sottoposti tutti a una nuova visita di controllo, in base alla quale potranno o essere considerati nuovamente idonei e quindi tornare a insegnare o essere confermati inidonei all’insegnamento e trovarsi nella condizione descritta per i “nuovi inidonei”. 

Nel caso invece non vogliano sottoporsi a nuova visita possono scegliere o il passaggio volontario nel ruolo ATA o obbligatoriamente la mobilità in altra Amministrazione.

Un docente inidoneo a cui viene affidato un nuovo lavoro, diciamo di pari livello rispetto all’originario, mantiene intatto il suo stipendio e i contributi?

Lo deve mantenere per legge. Ma questo avviene solo sulla carta perché la differenza tra il maggior stipendio precedentemente percepito e il minore del ruolo di arrivo, viene coperta da un assegno “riassorbibile”. Ciò significa che ogni aumento stipendiale degli anni futuri sarà assorbito da tale assegno, per cui lo stipendio complessivo rimarrà sempre uguale, perdendo la progressione dovuta  all’anzianità e ai miglioramenti contrattuali.

Al comma 5 si dice: “Ai fini della dichiarazione di inidoneità del personale docente della scuola alla propria funzione per motivi di salute, le commissioni mediche sono integrate, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, da un rappresentante del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca designato dal competente ufficio scolastico regionale”. Come giudica l’entrata in scena di questo rappresentante del Miur? Da quale necessità nasce?

Potrebbe essere una misura intimidatoria (è infatti poco probabile che sia teso ad evitare il rischio di rimettere in classe persone dimostratamente inadeguate). Ma l’aspetto significativo è che viola l’attuale normativa sulla privacy, in quanto il datore di lavoro non è autorizzato a conoscere la diagnosi emessa dalla Commissione medica. Invece tale rappresentante, designato dal “datore di lavoro”, ne verrebbe a conoscenza.  Il decreto inoltre tace sulle precise funzioni di questo rappresentante ministeriale, omettendo di inquadrarlo in precise garanzie di legge, e crea così una situazione ambigua e a rischio di contenziosi.

Un altro passaggio che ci sembra importante è al comma 6: “Nelle more dell’applicazione della mobilità intercompartimentale e comunque fino alla conclusione dell’anno scolastico 2015-2016, tale personale può essere utilizzato per le iniziative di cui all’articolo 7 del presente decreto o per ulteriori iniziative per la prevenzione della dispersione scolastica ovvero per attività culturali e di supporto alla didattica, anche in reti di istituzioni scolastiche”. Qual è la sua lettura?

L’articolo 7 indica alcuni obiettivi di tali iniziative: didattica integrativa, prolungamento dell’orario scolastico, rafforzamento delle competenze di base, percorsi specifici per gli studenti maggiormente esposti al rischio di abbandono scolastico, italiano come lingua 2, pratica sportiva. Alcuni di questi obiettivi sono compatibili con i compiti che la biblioteca assolve anche attualmente e in cui il docente inidoneo è proficuamente utilizzato, ma altri collidono sia con le restanti mansioni indicate dal CCNI 2008, sia con l’eventuale indicazione della Commissione medica di non poter avere un rapporto esclusivo  con gli alunni. Inoltre non è chiaro se tali compiti possano essere in parte scelti dall’interessato.

Ci può illustrare quali altri passaggi giudica più significativi? Ci fa un bilancio?

Sicuramente è significativa l’abrogazione del passaggio obbligatorio nel ruolo Ata. Però il bilancio è complessivamente negativo, in quanto il decreto:

  1. contiene punti oscuri e contraddittori che si presteranno a interpretazioni diverse e forse arbitrarie;
  2. non cancella l’obbligatorietà della mobilità intercompartimentale;
  3. non tiene in alcun conto che persone malate (la maggior parte per cause legate all’insegnamento, come gli esperti del burnout ripetono da anni) vanno eventualmente “accompagnate” prospettando le varie forme di mobilità ma evitando sempre i termini stringenti; lasciando cioè margini di volontarietà;
  4. non tutela il personale malato della Scuola, come invece avviene in altri Ministeri (Asl, Forze armate, Protezione civile ecc.);
  5. non prende in considerazione la possibilità di pensionare il personale più anziano o malato;
  6. non recepisce che il personale inidoneo all’insegnamento, pur non potendo svolgere la sua funzione in classe, può rappresentare comunque un arricchimento per la didattica.

Quali esponenti politici hanno meglio interpretato le ragioni dei docenti inidonei?

Difficile dirlo… Il problema della inidoneità nella Scuola dovrebbe essere affrontato ad ampio raggio, ripensando la delicatezza di funzioni come la docenza, le enormi responsabilità che la investono, i rischi di salute a cui espone. La mia personale impressione è che da parte dei politici ci sia da una parte sottovalutazione del problema, dall’altra impotenza rispetto alla situazione economica e istituzionale. E poi, come succede spesso in Italia, c’è anche un uso non disinteressato della questione …

Le norme sugli inidonei riguardano i docenti che usufruiscono della L.104 (per se stessi o per parenti) e che hanno diritto all’inamovibilità o, in alternativa, a scegliere la sede viciniore?

Sì. Molti docenti inidonei usufruiscono della L.104 sull’handicap: il decreto non opera distinzioni in tal senso. Per questo dico che ci sono molti punti oscuri: come è possibile, per esempio, spostare di sede o addirittura di città una persona sulla sedia a rotelle o che per attacchi di panico non può prendere i mezzi pubblici? Forse il Governo metterà a disposizione di tali persone un servizio gratuito di trasporto ed assistenza? O, come vediamo per altri malati, dovrà essere la famiglia a farsene carico? E chi non ha famiglia, trattandosi di persone adulte?

Ci sono altri inidonei nel pubblico impiego? Anche nel loro caso è così complessa la destinazione?

Sì, ce ne sono di sicuro nella Sanità e nelle Forze armate. Per loro la situazione è meno complessa, in quanto vengono utilizzati in compiti collaterali al servizio attivo ma sempre attinenti alla loro formazione. Nella scuola non esistono – almeno nell’ordinamento attuale – compiti corrispondenti all’insegnamento. O meglio esistono e sono indicati dal CCNI 2008: servizio di biblioteca e documentazione; organizzazione di laboratori; supporti didattici ed educativi; supporto nell’utilizzo degli audiovisivi e delle nuove tecnologie informatiche; attività relative al funzionamento degli organi collegiali. Ma a tali compiti spesso non viene attribuita la giusta rilevanza didattica, anzi ultimamente vengono trascurati per dirottare il personale inidoneo nelle segreterie, dove c’è carenza di personale.

Il Decreto istruzione è legge. Tutti i principali provvedimenti: al via piano triennale di immissione in ruolo

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