Dispersione scolastica, le azioni messe in campo utili solo a trattenere gli allievi a scuola. Serve valutazione impatto azioni formative

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Un ragazzo su 6 in Italia non ha le competenze adeguate per entrare ne mondo del lavoro.

E’ quanto leggiamo su “La Gazzetta del Mezzogiorno”, che riporta alcuni dati OCSE sui quali è necessaria un’attenta riflessione.

L’OCSE evidenzia, in particolare, la mancanza di valutazione d’impatto delle azioni messe in campo nell’ambito dell’istruzione, volte a migliorare i livelli di competenza degli studenti e a combattere fenomeni come la dispersione scolastica.

In sostanza, si sottolinea che combattere la dispersione non significa soltanto evitare gli abbandoni, quindi far completare ai ragazzi l’obbligo scolastico, ma vuol dire anche e soprattutto fornire loro le basi, le competenze minime, al fine di poter permettere e favorire il loro ingresso nel mondo del lavoro, altrimenti l’efficacia delle azioni messe in campo resta “monca”.

Da qui la necessità di valutare l’impatto delle azioni formative, ma non monitorando soltanto i dati quantitativi (quanti corsi, quanti alunni partecipanti…), come si è sempre fatto, ma piuttosto verificando l’efficacia degli interventi in termini di successo formativo, di risultati a medio-lungo termine.

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