Disoccupazione Naspi negata ai precari, responsabilità del Mef e dell’Inps

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Comunicato Coordinamento precari/-ie della scuola Bologna/Modena – In occasione dell’incontro avvenuto questa mattina con il Direttore dell’Ufficio Scolastico Provinciale Dott. Schiavone, il vicario Dott. Panzardi e la responsabile del reclutamento, mobilità e organici della scuola secondaria di secondo grado Dott.ssa Tomaselli, abbiamo nuovamente ribadito il grave problema legato al mancato versamento del sussidio di disoccupazione (NASpI) per i precari e le precarie della scuola, che quest’estate si vedono negato il diritto al sostegno previdenziale da parte dello stato a seguito di problemi tecnici.

Gli uffici competenti, infatti, non hanno comunicato all’INPS nei tempi
adeguati le informazioni riguardanti i contributi versati dai e dalle docenti.
Nel migliore dei casi i dati contributivi sono aggiornati al 31 gennaio 2018. Questa situazione riguarda tutte e tutti, anche i docenti a tempo indeterminato, ma diventa problematica per i precari e le precarie a cui la
NASpI viene erogata secondo un calcolo errato e, in particolar modo, lo è per
chi è al primo anno di servizio e, non potendo far affidamento sui contributi
versati in anni precedenti, si vede respinta la domanda presentata.

In queste ultime settimane abbiamo assistito al rimpallo delle responsabilità in merito tra gli uffici della ragioneria di stato e dell’INPS, oltre a informazioni contraddittorie e poca chiarezza e trasparenza sull’iter da seguire.

L’ufficio scolastico ha confermato che la questione è di competenza del
Ministero dell’Economia e delle Finanze e dell’INPS. Dalla discussione è emerso l’impegno a far presente a livello nazionale al Miur la situazione, in modo da sollecitare il pagamento del sussidio di disoccupazione.

Le difficoltà presenti imputate dalle istituzioni”solo” a problemi tecnici mettono seriamente in discussione i diritti e la dignità degli e delle insegnanti precari/-ie.

Questa situazione conferma, inoltre, che la tutela dei diritti dei docenti precari viene sempre alla fine della scala delle priorità, nonostante il funzionamento delle istituzioni scolastiche dipenda anche dal loro servizio.

A chi dice che è “solo un problema tecnico” rispondiamo che negare un diritto è una questione politica.

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