Dislessia. IDO: esiste legame tra evoluzione emotiva e cognitiva

Di Lalla
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Istituto di Ortofonologia – IDO – Nella dislessia esiste un legame tra l’evoluzione emotiva e cognitiva che deve essere approfondito. Ne è convinta la responsabile del servizio di Psicopedagogia dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), Paola Vichi, che metterà questo tema al centro del suo intervento al XV convegno nazionale dell’IdO su ‘Dislessie. Il ruolo della scuola nella complessità degli apprendimenti’, in programma a Roma sabato dalle ore 9 alle 18 presso l’Istituto comprensivo Regina Elena in Via Puglie n. 4.

Istituto di Ortofonologia – IDO – Nella dislessia esiste un legame tra l’evoluzione emotiva e cognitiva che deve essere approfondito. Ne è convinta la responsabile del servizio di Psicopedagogia dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), Paola Vichi, che metterà questo tema al centro del suo intervento al XV convegno nazionale dell’IdO su ‘Dislessie. Il ruolo della scuola nella complessità degli apprendimenti’, in programma a Roma sabato dalle ore 9 alle 18 presso l’Istituto comprensivo Regina Elena in Via Puglie n. 4.

Diventa quindi “necessario”, per la psicoterapeuta, “approfondire le strategie di intervento per lavorare con i bambini che presentano Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa), capire quali sono le problematiche e mettere in luce che l’ansia e l’emotività incidono negativamente sulle capacità organizzative del bambino”.

L’inibizione intellettiva può nascere “proprio da una difficoltà emotiva – ha spiegato Vichi – che di conseguenza limita le capacità di apprendimento del bambino”. Presso l’IdO sono attualmente in terapia 90 soggetti tra i 7 e gli 11 anni, prevalentemente maschi.

“L’approfondimento diagnostico riguarda in particolare l’aspetto evolutivo di questi minori. Nel nostro lavoro – ha aggiunto – puntiamo ad analizzare tutte le loro tappe evolutive sul piano emotivo e cerchiamo di comprendere dal primo anno di vita le condotte relative al sonno, all'alimentazione, alla separazione per capire lo sviluppo di alcune difficoltà”.

La responsabile del servizio di Psicopedagogia dell’IdO approfondirà, sempre durante il convegno e insieme alla logopedista Roberta Valente, anche gli approcci pedagogici necessari per sviluppare una terapia adatta ai dislessici in collaborazione con la scuola. “Le attività di terapia con i bambini con Dsa – ha sottolineato Vichi – devono essere svolte in un’ottica di recupero delle arie organizzative (linguistica, spazio-temporale, psicomotoria, visuo-percettiva e infine all’affettività)”.

Sabato “mostreremo come queste terapie, in realtà, sono molto più vicine alle attività didattiche di quanto si possa immaginare. Alcune di esse possono essere svolte a scuola, in collaborazione con gli insegnanti per recuperare nei bambini tutte le tappe del processo di apprendimento che sono andate perdute. Al momento – ha concluso la psicoterapeuta – siamo presenti in tutte le scuole, circa 200, dei minori che seguiamo presso l’IdO, partecipando agli incontri di Glh (Gruppi di lavoro sull'handicap) o di aggiornamento periodico e mantenendo contatti e progetti formativi durante l'anno scolastico”.

Al convegno verranno presentati anche i risultati di una ricerca, frutto della collaborazione tra l’IdO e l’Istituto Italiano Wartegg di Roma con il Dipartimento di Psicologia dello sviluppo e della socializzazione dell’Università degli Studi di Padova, sulle dimensioni affettive e di personalità che sottendono al Dsa in età evolutiva, analizzato molto nelle sue caratteristiche cognitive e poco nella sua componente psicologica (ansia, depressione e struttura di personalità).

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