Disegno e Storia dell’arte abbattuti dalla riforma

Di Lalla
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Docenti A025 – Che la nascita dell’estetica, di una gnoseologia inferior, si situi proprio nel ‘700, quando i philosophes ponevano al centro del dibattito il tema dell’educazione, non è certo una casualità. Ma ancora prima, il Rinascimento italiano non avrebbe avuto lo stesso peso se tal Leonardo di ser Piero da Vinci non fosse venuto a dire “"la pittura ha il suo fine comunicabile a tutte le generazioni dell’universo, perché il suo fine è subietto della virtú visiva (…)" concorrendo ad aprire la via a quella magnifica stagione, dove il conferire dignità e autonomia ad alcune discipline faceva dell’Italia il paese delle Belle Arti e delle grandi conquiste culturali.

Docenti A025 – Che la nascita dell’estetica, di una gnoseologia inferior, si situi proprio nel ‘700, quando i philosophes ponevano al centro del dibattito il tema dell’educazione, non è certo una casualità. Ma ancora prima, il Rinascimento italiano non avrebbe avuto lo stesso peso se tal Leonardo di ser Piero da Vinci non fosse venuto a dire “"la pittura ha il suo fine comunicabile a tutte le generazioni dell’universo, perché il suo fine è subietto della virtú visiva (…)" concorrendo ad aprire la via a quella magnifica stagione, dove il conferire dignità e autonomia ad alcune discipline faceva dell’Italia il paese delle Belle Arti e delle grandi conquiste culturali.

Di teorie pedagogiche e modelli educativi, che ritengono essenziale la pratica creativa e l’educazione alla sensibilità nella crescita di un individuo, ve n’è vasta letteratura.
Eppure ci troviamo in un paese come l’Italia, dall’enorme patrimonio artistico-culturale, davanti ad una Riforma della Scuola che penalizza fortemente le discipline dell’aria artistica, riducendole ai limiti della cancellazione.

Quest’anno più che mai, i docenti della Classe di Concorso A025 Disegno e Storia dell’Arte hanno rilevato una pesante riduzione delle cattedre disponibili, pari al 50 %, sia in termini di disponibilità da assegnare ai precari iscritti nelle Graduatorie Provinciali ad Esaurimento, che, ancor di più, in termini di docenti di ruolo perdenti posto su cattedre a tempo indeterminato.

Numerose sono le classi di concorso appartenenti a quest’area che attualmente versano in una condizione di forte disagio, e che per tal ragione il Ministero ha avuto falsa coscienza di definire classi di concorso atipiche, cercando, con alcuni provvedimenti, di risolvere il problema dei docenti perdenti posto. Tra questi provvedimenti, particolarmente paradossale e lesivo, è il pronunciamento del Ministero in una nota (C.M. n. 21 del 14 marzo 2011) che in sintesi, in merito alla gestione degli organici, mette in concorrenza, sulle stesse cattedre, docenti di classi di concorso affini, demandando a Dirigenti Scolastici l’onere di risolvere i problemi di sovrapposizione.
Ovviamente questo provvedimento interviene nel tentativo di arginare, come al solito in modo confuso ed abborracciato, i buchi lasciati dalla riforma dei tagli indiscriminati e di più non tiene in alcun conto di competenze, contenuti, qualità della didattica, portando docenti, di altri classi di concorso, a coprire cattedre non di loro pertinenza.

Tali provvedimenti hanno portato come risultato un susseguirsi di ricorsi, tra docenti delle classi di concorso atipiche, rivolti alla salvaguardia dei diritti acquisiti e alla conservazione delle cattedre sulle relative discipline, dando vita a continue e reciproche rivendicazioni non risolutive ma solo lesive rispetto all’estrema esigenza di creare coesione tra i lavoratori.

Riteniamo che il problema vada affrontato su orizzonti più ampi, riflettendo sulle nostre radici storico-culturali che hanno visto l’Italia primeggiare per il suo grande patrimonio artistico, di cui oggi questi provvedimenti non riconoscono la centralità.
Ci riferiamo nel dire questo alla totale assenza di questa disciplina in alcuni indirizzi dei nuovi cicli di studio, diversamente dai vecchi quadri orario, alla notevole riduzione del monte ore di lezione nella quasi totalità degli indirizzi scolastici.

Ancora poco dignitoso ci sembra, all’interno delle disposizioni sugli accorpamenti delle nuove classi di concorso, la presenza di anomalie ed imprecisioni ed aver rilevato, troppo spesso, l’assenza di una logica migliorativa, volta a garantire la giusta correlazione tra competenze e discipline di insegnamento, in nome di una didattica di qualità ed a promuovere una scuola in grado di porsi come alto riferimento educativo al fine di conferire stabilità e sicurezze in un mondo che va diventando sempre più instabile.
Segue in punti un’analisi più dettagliata della situazione della nostra Classe di Concorso A025, Disegno e Storia dell’Arte, post-Riforma Gelmini, e alcune nostre proposte volte alla risoluzione di alcuni problemi e a garantire maggiore qualità e stabilità, mosse in una logica collaborativa:

Denunciamo l’eliminazione, (o in certi casi la presenza “ambigua”, atipica), della nostra classe di concorso dal biennio del liceo socio-psico pedagogico, liceo delle scienze umane, liceo linguistico; la totale eliminazione dal biennio degli Istituti Professionali Industria e Artigianato e su tutto il quinquennio degli Istituti Tecnici Grafica e Comunicazione. Denunciamo la perdita di numerose cattedre dovuta alla cancellazione di quella splendida palestra di interdisciplinarità che erano le compresenze, stessa cosa vale per la cancellazione della materia negli Istituti ad Ordinamento Speciale, che molte volte hanno costruito realtà virtuose e all’avanguardia.

Si rilevano e si denunciano numerose incongruenze nelle disposizioni di una riforma, che spesse volte ci appare acciabattata, delle quali chiediamo chiarimento. Nel documento, che presenta la definizione delle nuovi classi di concorso e degli accorpamenti (Schema di Regolamento su accorpamento classi di concorso a cattedre e a posti di insegnamento – Revisione marzo 2011), segnaliamo che sono presenti delle sovrapposizioni di classi di concorso sugli insegnamenti del Disegno e della Storia dell’arte nel: Liceo Coreutico, Liceo Linguistico, Liceo delle Scienze Umane, Liceo delle Scienze Umane con opzione Economico-sociale, Liceo Scientifico opzione Scienze applicate. Chiediamo a questo proposito come il Ministero intende procedere evitando sovrapposizioni distruttive, e l’istituzione di atipicità sulle atipicità.

Chiediamo che si tenga conto delle reciproche competenze, in vista degli accorpamenti per le nuovi classi di concorso, per non creare situazioni di confusione, che penalizzerebbero la didattica e la qualità degli insegnamenti (qualità tanto decantata da questa riforma).

Che non vengano lesi i diritti acquisiti con le abilitazioni, per il cui conseguimento i docenti, soprattutto quelli precari, hanno investito in denaro, sacrifici, tempo, aggiornamento etc.

Chiediamo la possibilità, al fine di salvaguardare il nostro posto di lavoro e di mettere al servizio della Scuola Pubblica le nostre competenze e l’esperienza acquisita nei nostri svariati anni di insegnamento (bene prezioso), di poter spostare il punteggio pieno, conseguito con i contratti a tempo determinato, anche per quelle materie di cui disponiamo di abilitazione.

Che sia data la possibilità, attraverso corsi di riconversione, fatti a regola d’arte, di ricollocare tutti i precari inseriti nelle Graduatorie ad Esaurimento, rispettando i singoli piani di studio e tenendo conto del punteggio pieno già maturato.

Vogliamo ricordare al Ministro dell’Istruzione che la denominazione “Graduatoria ad Esaurimento” aveva, ed ha tutt’ora, la finalità di una collocazione a tempo indeterminato di tutti gli iscritti.

Chiediamo che gli esuberi (i perdenti posto su cattedre di ruolo) vengano il più possibile arginati con provvedimenti solo salutari per la Scuola Pubblica Italiana come: la riconduzione delle cattedre tassativamente a 18 ore (anche nella suddivisione delle ore interne agli istituti), un numero ragionevole di studenti per classe, eventualmente il rinnovo di un’iniziativa di grande successo come le lezioni in compresenza, a tutto vantaggio dell’interdisciplinarità.

Noi non vogliamo contrastare i provvedimenti del Governo con un atteggiamento di acredine e rivendicazioni corporative, né istituire lotte fratricide tra colleghi, ma proporre soluzioni vantaggiose per tutti: docenti, discenti, famiglie, in nome della qualità della scuola pubblica italiana.

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