DiSAL si oppone all’enorme abuso delle reggenze e invita all'”obiezione di coscienza”

Di Lalla
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Ufficio stampa DiSAL – La gravissima situazione creatasi per l’assenza di dirigenti scolastici in Lombardia è nota, anche se da pochi compresa appieno. Con il prossimo 1 settembre, delle 1204 Istituzioni Scolastiche Autonome (di cui 33 sottodimensionate e 20 CPIA – Nota U.S.R. 1.8.13) 473 saranno senza un preside. Da ieri 49 di queste saranno coperte da trattenimenti in servizio: quindi 424 sedi con certezza dovranno essere coperte da reggenze di presidi a "mezzo servizio".

Ufficio stampa DiSAL – La gravissima situazione creatasi per l’assenza di dirigenti scolastici in Lombardia è nota, anche se da pochi compresa appieno. Con il prossimo 1 settembre, delle 1204 Istituzioni Scolastiche Autonome (di cui 33 sottodimensionate e 20 CPIA – Nota U.S.R. 1.8.13) 473 saranno senza un preside. Da ieri 49 di queste saranno coperte da trattenimenti in servizio: quindi 424 sedi con certezza dovranno essere coperte da reggenze di presidi a "mezzo servizio".

Il legittimo diritto fatto valere da parte di chi non si era sentito tutelato dallo svolgimento della procedura concorsuale, diventerà di fatto elemento di paralisi di un intero sistema. In Italia presidi e docenti ormai non sono più selezionati da concorsi seri e sistematici, ma dalle aule dei tribunali.

A questo si aggiunge il serio e fondato rischio che il "ricorsismo" dilagante impedirà anche la conclusione del concorso che viene rinnovato, perché, ad esempio, risulta difficile immaginare come potrà essere garantito l’anonimato dei candidati che vanno ri-esaminati, dopo che numerosi di elaborati sono stati ampiamente pubblicati.

L’indifferenza politica e sindacale ad una problema grave che si trascina da tempo, sembra sottendere la convinzione che l’assenza del preside in una scuola sia cosa di poco conto, senza conseguenze pratiche per docenti, studenti e famiglie, come se in fondo quella figura debba in fondo occuparsi delle scartoffie dell’ufficio.

Non serve scomodare fior di ricerche internazionali per dimostrare il contrario: basta solo l’esperienza di chi alla vita di una comunità scolastica ed alla sua qualità è costantemente attento ed interessato. Amare il proprio lavoro (magari con la soddisfazione di poter andare qualche volta in classe..), proporre obiettivi da perseguire ed una visione che li giustifichi, collaborare ad una equilibrato clima educativo, valorizzare con attenzione risorse e capacità di una comunità professionale, curare un ordine fisico e sociale non fine a sé stesso ma a favore di un positivo clima di apprendimento, sono forme di esercizio di una professione che, se attuate seriamente e con impegno, servono non soltanto a migliorare l’efficienza di una scuola, ma anche a farne la differenza nell’azione culturale e formativa.

L’U.S.R., dopo un primo invito all’attesa, ha chiesto in data 1 agosto le disponibilità dei dirigenti alle reggenze per il prossimo anno scolastico.

Solo per richiamare alla seria necessità di esercitare bene, non "a mezzo servizio", la professione direttiva, DiSAL ha inviato a tutti i dirigenti scolastici in Lombardia una lettera per raccogliere adesioni ad una "obiezione di coscienza" contro l’enorme abuso delle reggenze in atto da anni a settembre raggiungerà dimensioni ancora maggiori.

Consapevoli del rischio che la dichiarazione di non disponibilità comporta sul piano disciplinare e senza voler in alcun modo esprimere valutazioni su quel che costituisce per l’U.S.R. un irrinunciabile obbligo operativo, "l’obiezione" vuole essere una pressione morale (l’ultima che rimane, dopo varie iniziative, proposte, denunce e richieste) per sollecitare politici e amministrazione a prendersi le responsabilità che non hanno saputo prendersi in questi anni.

I presidi di DiSAL, che propongono ai colleghi questo ultimo tentativo, sono convinti che l’enorme ed ingiusto abuso delle reggenze (in atto da anni in tutta la nazione) abbia superato ogni limite, compromettendo la vita delle scuole e la professione direttiva, messe a dura prova da tanti fattori, tra i quali spicca anche un forsennato incremento delle dimensioni delle scuole italiane. Si pensi che in un solo anno si è passati in Italia da oltre 12000 Istituzioni alle attuali 8193, con scuole che spesso superano i 1500 alunni, magari sparsi su oltre 10 plessi scolastici.

A meno di improvvise novità, che potrebbero giungere da un probabile Consiglio dei Ministri di venerdì 23 agosto, i dirigenti scolastici che stanno aderendo alla proposta di DiSAL si ritroveranno prima della fine del mese per valutare come proseguire l’azione a difesa della scuola e della professione.

C’è in gioco infatti il diritto delle scuole ad una dirigenza stabile ed efficace e la dignità stessa della professione direttiva che deve essere servizio adeguato alle necessità delle comunità scolastiche e locali.

Il presidente regionale Roberto Fraccia

Il presidente nazionale Roberto Pellegatta

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