Dirigenti scolastici, UDIR: ma quale aumento di 400 euro netti al mese? Sono appena 160 e pure a rate

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UDIR – La notizia degli aumenti di 400 euro netti al mese ai dirigenti scolastici, grazie alla Legge di Bilancio 2018, ha fatto il giro dei mass media.

 La realtà è ben diversa: i dirigenti pubblici italiani, in servizio nelle scuole pubbliche, i meno pagati dell’amministrazione pubblica, andranno a percepire a regime solo 292 euro lordi mensili, che corrispondono a 160 euro netti. I conteggi esatti si desumono consultando il disegno di legge n. 2960 giunto in Senato ed ora all’esame delle Commissioni di competenza, con annesse tabelle.

 

Udir ha verificato che la Legge di Stabilità ha concretamente stanziato 95 milioni lordo stato per arrivare alla cosiddetta “armonizzazione” della retribuzione di posizione/quota fissa: in effetti queste risorse aggiuntive portano ad un aumento intorno ai 400 euro netti mensili. Peccato che, a fronte di tale aumento della retribuzione fissa, sia anche prevista una forte diminuzione della retribuzione variabile ed accessoria. Ciò per effetto da una parte dei tagli del Fondo unico nazionale degli ultimi anni, dall’altra parte per l’aumento numerico di dirigenti scolastici in servizio che verranno assunti – con ogni probabilità dal 2019 – a seguito degli esiti del prossimo concorso, il cui bando è in via di pubblicazione (peraltro escludendo ancora illegittimamente i precari con cinque anni di servizio): dovendo dividere la stessa somma per più capi d’istituto, la “fetta” che spetterà ad ognuno è infatti destinata a rimpicciolirsi notevolmente.

 

“Tutto questo, nelle manifestate intenzioni del Governo, servirebbe per arrivare alla cosiddetta armonizzazione sulla sola retribuzione di posizione/quota fissa, ma per parlare di vera equiparazione servirebbero ben altri finanziamenti”, spiega Marcello Pacifico, presidente Udir. Conteggi alla mano, nel 2015, in base all’Atto di Indirizzo, i dirigenti di Università e Ricerca guadagnavano 96.216,56 euro l’anno, a fronte dei 57.893,28 euro dei Dirigenti Scolastici: la sperequazione è quindi pari a 38.323,28 euro annui, ovvero 2.947,94 al mese.

 

“Come Udir ripete da settimane – continua il suo presidente nazionale – l’equiparazione alla dirigenza pubblica della medesima area dirigenziale è solo di facciata. Certo, se a fronte di un aumento della retribuzione fissa quella variabile ed accessoria diminuisce, l’equiparazione è destinata a rimanere un sogno irrealizzabile. La verità è una sola: se tutto va bene, il contratto recupererà 292 euro; quindi, mancano all’appello almeno 2.600 euro. Non ci sembra proprio il caso di fare salti di gioia. Inoltre, i soldi della Legge di Stabilità arriveranno a tappe, con intervalli di tempo molto lunghi: a partire dal 2018 per arrivare al 2021. In pratica, i Dirigenti Scolastici faranno due contratti in uno. La domanda che poniamo pubblicamente, anche agli altri sindacati, è: vale la pena giocarsi il contratto 2019/2022 per 160 euro al mese?”.

 

Udir ricorda che ha attivato specifici ricorsi al Giudice del Lavoro: di recente, attraverso il ricorso, è stato riconosciuto, ad esempio, il diritto alla corresponsione della RIA “a tutti gli effetti contrattuali e di legge, ivi compresi quelli relativi alla pensione e alla buonuscita”. Solo per questa mancata “voce” stipendiale, l’ammontare dei risarcimenti decisi dal giudice, comprensivo di arretrati, rivalutazione e interessi legali, arriva a superare anche i 40mila euro a ricorrente.

Il giovane sindacato, inoltre, invita tutti i dirigenti scolastici interessati ai seminari sulle Tre R della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni: prossimo appuntamento a Salerno il 10 novembre (invia la scheda di adesione  scarica il modulo rimborso), successivamente a Modena e Pisa; si affronterà, tra le varie tematiche, anche la problematica del mancato riconoscimento della RIA (sul sito è possibile aggiornarsi sulle nuove tappe del seminario). I dirigenti interessati a partecipare possono chiedere informazioni all’indirizzo e-mail [email protected]

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