Dirigenti scolastici, si rimpiange il passato: solo uno su mille ce la faceva

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I presidi che diventeranno tali con l’ultimo concorso potrebbero essere molto ferrati sulle procedure burocratiche, ma della loro preparazione culturale poco si conosce dalle prove affrontate. 

E’ il monito lanciato dalla Tribuna di Treviso che ha sentito il parere di alcuni sindacalisti. Claudio Baccarini, responsabile dei presidi di Cgil, ha detto al quotidiano: “Il problema dei concorsi per dirigenti scolastici oggi è che tendono a sondare la preparazione dei concorrenti in modo prevalente nell’ambito della normativa legislativa“.

Il sindacalista che prima di diventare tale è stato preside dell’istituto comprensivo di Paese ha ricordato come venivano svolti i concorsi negli anni passati. Lui personalmente entrò in carica con quello del 1984. Unica sede di svolgimento del concorso era la Capitale e si svolgeva con un’unica prova scritta a cui faceva seguito l’orale.

“Veniva dato un tema – racconta Baccarini – con una traccia didattico-culturale da sviluppare. Gli argomenti potevano spaziare ad esempio dall’orientamento alla nuova didattica per le materie scolastiche. Tutte tematiche comunque di ampio respiro. Poi l’orale con le commissioni che potevano interrogare su tutto. Su 15 mila candidati quelli che superavano la prova erano meno di mille“.

Rimpianti anche nello Snals. Secondo Salvatore Auci, il preside di una volta non c’è più, “lo hanno trasformato in un amministratore della pubblica istruzione. In bilico tra due scuole nel caso dei reggenti. Non conosce più i suoi alunni né i suoi docenti mentre il vecchio preside li conosceva uno ad uno. Il preside era il docente anziano che faceva il concorso. Se illuminato poteva fare la storia della propria scuola. E non era mai soggetto a vincoli di condizionamento da parte dei suoi superiori”.

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