Dirigenti scolastici, ridurre reggenze con accorpamenti su esigenze territoriali

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Il numero delle reggenze scolastiche potrebbe arrivare a essere ridotto non solo con l’immissione a breve di nuovi dirigenti scolastici selezionati al termine del corso-concorso, ma anche con un maggior numero di accorpamenti delle scuole.

L’ipotesi è avanzata da Repubblica che mettendo in fila un certo numero di considerazioni e dichiarazioni è arrivata a dare una lettura delle linee programmatiche del ministro Bussetti illustrate al Senato lo scorso 31 luglio.

Salvo Intravaia, autore dell’articolo, parte proprio dalla frase di Bussetti di voler sollecitare le regioni all’adempimento dei parametri del dimensionamento scolastico per rendere omogenee le situazioni territoriali, con una conseguente riduzione del numero dei dirigenti scolastici.

Un istituto arriva a gestire scuole anche più di sette plessi

Intravaia intravede in questo il pericolo di un maggiore accorpamento delle scuole, tendenza iniziata – a detta del giornalista – sin dal 2000. L’unione delle scuole ha generato situazioni mostruose e porta ad esempi casi concreti di presidi che fanno salti mortali per tenere sotto controllo tutte le situazioni. “I circa 42mila plessi scolastici – si legge nell’articolo – in cui si articola la scuola italiana sul territorio nazionale fanno capo a poco più di 8mila e 300 istituzioni scolastiche. Ognuna delle quali ha in carico mediamente 5 plessi“.

Anche a livello percentuale la situazione è drammatica: “Il 27 per cento, si trova a gestire scuole articolate in sette plessi o più. E l’11 per cento, quasi 900 istituti, ne governa da 10 in su. Le scuole che hanno una sola sede ammontano appena al 14 per cento“.

Accorpamento a danno dei presidi

Secondo Intravaia, la via ministeriale intrapresa è quella dell’aumento del controllo dei plessi in capo a un istituto e a un dirigente scolastico. Il timore sarebbe convalidato dall’associazione nazionale presidi che – interpellata da Repubblica – invoca un aumento dell’organico e non la sua riduzione. Per bocca del presidente Giannelli, ha aggiunto: “In questo modo, se con la reggenza un preside percepisce una quota addizionale, incrementando il numero di plessi della scuola non percepirebbe più nulla“.

La soluzione sarebbe invece quella di studiare le situazioni a livello regionale e assegnare un numero di dirigenze in relazione al numero di alunni, per esempio una ogni mille studenti. Per le situazioni particolari, tipo le località montane, andrebbero proposte soluzioni altrettanto particolari.

E’ meglio per un capo d’istituto – ha detto Giannelli su Repubblica – gestire mille e 500 alunni in un unico edificio in città che lo stesso numero suddiviso in dieci comuni diversi“.

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