Dirigenti scolastici: no rischio corruzione, perché spostarli da una scuola all’altra?

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Rosa Cirillo – Il giro o il raggiro di commenti intorno all’applicazione della legge anticorruzione (L. 190/2012) per i dirigenti scolastici rischia da una parte di generare un effetto pessimo sulla vera soluzione dei problemi della scuola italiana,

che certamente non si risolvono obbligando i dirigenti medesimi a spostarsi in un’altra scuola dopo tre o quattro mandati contrattuali, dall’altra – con il suo impatto mediatico – sta diffondendo la falsa idea che il rimescolamento delle sedi scolastiche assegnate ai dirigenti scolastici non possa fare che bene ai molti processi di cambiamento in corso nella scuola.

A mio avviso e ad avviso della UIL Scuola RUA, è vero il contrario.

Statisticamente, i reati di concussione che la legge 190/2012 vorrebbe colpire, nella scuola sono inesistenti, tant’è che lo stesso Garante si è affrettato a precisare che la legge non è applicabile alla scuola, perché i dirigenti scolastici non sono tra le categorie di dirigenti pubblici a rischio di “corruttibilità”!

E non lo possono essere o, quantomeno, non lo sono per la stessa organizzazione funzionale della scuola, che, unica tra tutte le pubbliche amministrazione, è quella in cui è costituito un sistema di democrazia e di controllo sociale al suo interno sia, attraverso il Consiglio d’Istituto, sia con la Giunta esecutiva, dove – su base elettiva – sono presenti i rappresentanti dei genitori e delle due categorie di personale della scuola: docenti e ATA.

Agli uomini che sanno far di conto, vorrei dire di porre mente anche al rafforzato concetto di “comunità educante”, posto al centro della vita e della stessa esistenza pubblica e statale della scuola italiana, dal recente contratto collettivo nazionale del comparto scuola.

Questo concetto, come rivisitato dal contratto, raccoglie in un “unicum” tutto il personale della scuola e gli stessi genitori e studenti, sinergicamente orientati a lavorare per il successo formativo degli alunni, che quando si parla di docenti, lo si lega indissolubilmente ad un altro concetto altrettanto importante, quello della “continuità didattica”.

Ebbene, perché questa invocata “continuità” per i docenti, che, a volte iniziano e terminano la loro carriera all’interno della stessa scuola, non debba valere anche per i dirigenti scolastici : è perché in questi anni si è cercato, sbagliando, di relegarli esclusivamente nell’ambito della dirigenza amministrativa?

Oggi, la complessità, sempre più liquida, in cui si dibatte la scuola, necessita più di ieri di un “pilota di porto” che, per esperienza maturata, sappia condurre la scuola nelle situazioni difficili, come il passaggio negli stretti della normativa sempre più molesta, nei canali delle relazioni sempre più ampie con gli altri attori sociali , con una navigazione di “lungo corso”, come del resto fa intendere anche tutta la nuova progettualità su cui si basa l’attività scolastica oggi!

La Uil Scuola riporterà, convintamente, queste rivendicazioni di specificità della categoria, nell’ambito del rinnovo del CCNL.

Dirigenti Scolastici devono cambiare scuola ogni tot anni contro il rischio corruzione. No dei sindacati

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