Dirigenti pubblici: stop concorsi governati spoiling system

Di Lalla
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Ufficio Stampa Anief – Basta con l’individuazione dei dirigenti della pubblica amministrazione attraverso modalità che aggirano i concorsi pubblici. È l’appello che giunge dal convegno, organizzato dal sindacato ConfedirMit-PA, “Il dirigente pubblico per l’Italia: presente e futuro”, svolto nel pomeriggio a Roma presso il circolo ufficiali dell’Aeronautica militare. Partendo dall’incremento del ricorso allo ‘spoiling system’, la cui incidenza negli ultimi anni è “schizzata” dall’8% al 20%, diversi relatori si sono soffermati su un metodo di assunzione che in base alle norme vigenti sarebbe attuabile solo per selezionare personale con particolari professionalità.

Ufficio Stampa Anief – Basta con l’individuazione dei dirigenti della pubblica amministrazione attraverso modalità che aggirano i concorsi pubblici. È l’appello che giunge dal convegno, organizzato dal sindacato ConfedirMit-PA, “Il dirigente pubblico per l’Italia: presente e futuro”, svolto nel pomeriggio a Roma presso il circolo ufficiali dell’Aeronautica militare. Partendo dall’incremento del ricorso allo ‘spoiling system’, la cui incidenza negli ultimi anni è “schizzata” dall’8% al 20%, diversi relatori si sono soffermati su un metodo di assunzione che in base alle norme vigenti sarebbe attuabile solo per selezionare personale con particolari professionalità.

Quello di frenare la chiamata diretta dei dirigenti pubblici è un tema già avviato a Palazzo Vidoni. E l’amministrazione si è detta sensibile ad affrontare l’argomento: “serve un provvedimento d’urgenza – ha chiesto Stefano Biasioli, segretario generale ConfedirMit-PA e membro del Cnel – perché è sotto gli occhi di tutti che dal 2001, con l’introduzione della legge 150, c’è stato un proliferare di pseudo-concorsi con candidati non prescelti sulla base delle abilità, ma privilegiando rapporti privilegiati. Torniamo quindi ad affidare al sindacato un ruolo attivo di controllo delle selezioni. Solo in questo modo, tornando ad applicare le regole nell’ambito di concorsi trasparenti, sarà possibile tornare alla meritocrazia”.

Anche per Stefano Simonetti, direttore amministrativo della Usl n. 3 di Pistoia, la soluzione non può che essere quella di tornare al rigore: “occorre dire basta all’abuso della deroga al concorso pubblico – ha spiegato Simonetti – perché da qualche anno stiamo assistendo all’individuazione di candidati, non necessariamente dirigenti ma anche assistenti amministrativi, sulla base di norme nate solo per ambiti particolari, come quello della ricerca”.

Luigi Oliveri, responsabile area servizi alla persona della provincia di Verona, ha voluto ricordare che l’aggiramento del concorso pubblico appartiene anche ad amministrazioni di rilievo: “vale la pena ricordare – ha detto Oliveri – che l’agenzia delle entrate ha assunto con chiamata diretta qualcosa come 800 dipendenti con contratti a tempo determinato reiterato nel tempo. Portando come giustificazione il fatto che le graduatorie dei concorsi pubblici sono datate e non garantiscono quelle professionalità necessarie all’azienda. Ma possono due-tre norme, nate per assumere lavoratori con abilità eccezionali, andare a vanificare il processo di selezione pubblico trasparente?”.

Secondo Marcello Pacifico, presidente dell’Anief e membro della segreteria ConfedirMit-PA, bisogna allora tornare a “garantire trasparenza, pubblicità degli atti e una seria valutazione sinora invece sconfessata dai concorsi gestiti anche dal Miur per la scelta dei dirigenti scolastici. Per mettere freno allo spoiling system occorre invece una seria formazione e riqualificazione del personale dirigente, che non sia più soggetto a dover essere rimosso solo per la sua connotazione politica e non già – ha concluso Pacifico – per i risultati raggiunti nell’amministrazione pubblica”.

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