Diplomati magistrale, Lavoratori Scuola Uniti: Governo vuole licenziare. Appello per Sciopero il 23 maggio

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comunicato Lavoratori Scuola Uniti – Una folta assemblea di diplomati magistrale, con rappresentanti di molte province d’Italia (di 7 diverse regioni), si è riunita a Firenze il 28 aprile. La discussione, che è proseguita per circa 5 ore, ha ribadito la necessità di proseguire la mobilitazione ad oltranza, organizzando nuove iniziative di sciopero e protesta.

All’inizio dei lavori, dopo una breve presentazione delle realtà di maestre e maestri presenti, è stata data la parola ai colleghi che hanno partecipato nei giorni scorsi agli incontri al Miur: tutti hanno confermato la volontà del governo di procedere con un licenziamento di massa dei diplomati magistrali.

Sono stati discussi i seguenti punti all’ordine del giorno: verifica della possibilità di individuare una piattaforma comune tra tutti i coordinamenti DM presenti; definizione delle prossime iniziative di mobilitazione e sciopero; costituzione di un comitato di lotta unitario a livello nazionale.

Alla riunione erano presenti, per esprimere solidarietà e appoggio alla lotta dei DM, rappresentanti del Fronte di Lotta No Austerity e delle Donne in Lotta (che hanno anche dato un supporto nell’organizzazione logistica dell’assemblea) e dei sindacati di base Cobas, Cub e Unicobas.

Dopo ampia discussione, è stata approvata all’unanimità una piattaforma rivendicativa comune da presentare in occasione dei prossimi incontri al Miur:

1. Conservazione del ruolo per i docenti con anno di prova superato e con anno di prova in corso compresi i titolari della legge 68/99;

2. conservazione del diritto al posto assegnato per i docenti con ruolo accantonato in attesa di sentenza di merito;

3. mantenimento delle GAE per chi già inserito e apertura delle stesse per tutti coloro che possiedono titoli abilitanti: diplomati magistrali ante 2001/2002, laurea in Scienze della Formazione Primaria, Linguistico Brocca, TFA, PASS, CAS. GAE storiche e Graduatorie di Merito fino ad esaurimento delle stesse compresi gli idonei. Possibilità di apertura straordinaria di una finestra per l’aggiornamento del servizio all’anno scolastico corrente. La graduatoria deve essere provinciale e funzionale all’immissione in ruolo;

4. L’assunzione del ruolo deve avvenire per tutti coloro che raggiungono i 36 mesi di servizio anche non continuativi e indipendentemente dal tipo di servizio prestato (posto comune e di sostegno, in scuole Statali e Paritarie);

5. Diminuzione del numero di alunni per classe e ampliamento del Tempo Pieno su tutto il territorio nazionale;

6. Abrogazione della Legge 107 “Buona Scuola” ed in particolare del comma 131 e di tutte le leggi che prevedono tagli alla scuola pubblica.

L’assemblea ha infine condiviso la necessità di organizzare a maggio un nuovo sciopero della scuola con al centro le rivendicazioni dei diplomati magistrali e dei precari della scuola. E’ stata individuata la data del 23 maggio, facendo appello a tutti i sindacati della scuola a proclamare lo sciopero quel giorno al fine di evitare il licenziamento di massa. I diplomati magistrali fanno appello anche ai lavoratori e alle lavoratrici di altri settori che hanno vertenze in corso a convergere su questa data di sciopero. Da subito verranno organizzate in tutte le città iniziative di protesta e sensibilizzazione (volantinaggi davanti alle scuole, flash mob, ecc) per costruire lo sciopero del 23 maggio. Un primo momento di visibilità sarà il primo maggio dove i diplomati saranno presenti in vari cortei e manifestazioni cittadini: in particolare è stato fatto l’invito dai presenti a partecipare ai cortei dei sindacati di base di Milano e Firenze.

E’ stata infine approvata la costituzione di un comitato di lotta unitario inclusivo di tutte le realtà presenti in assemblea e aperto a tutti coloro che condividono la piattaforma: si chiamerà “Lavoratori Scuola Uniti”.

Alla fine dei lavori, l’assemblea ha appreso dello sgombero da parte della polizia al Miur del presidio delle maestre in sciopero della fame. La maggioranza dei presenti ha espresso solidarietà alle colleghe, ribadendo la volontà di costruire unitariamente le prossime scadenze di lotta.

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