Diplomati magistrale in GaE, il 20 febbraio si decide. Le conseguenze

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comunicato Cub Scuola Università Ricerca, Giulia Bertelli – Giovedì 20 febbraio assisteremo al prosieguo della querelle diplomati magistrali – Consiglio di Stato che vedrà in riunione il suo presidente e 12 consiglieri sua nomina, la plenaria.

La plenaria tiene quando vi è la necessità di deliberare su questioni di notevole rilievo.

In questo caso si tratta della decisione sul posizionamento nelle graduatorie in esaurimento (GAE) di alcuni ricorrenti ai quali è stato risposto alcuni mesi addietro che il giudizio meritava, appunto, un nuovo approfondimento in plenaria.

Tutti ricordiamo gli esiti di tale adunanza il 20 dicembre 2017, quando, non tenendo conto all’epoca di più 3000 giudizi di merito che riconoscevano i diritti dei diplomati magistrali (oggi abbiamo superato i 6000!) si diede PARERE negativo su alcune cause portate in Plenaria con l’effetto di negare il diritto all’immissione e in ruolo alle insegnanti diplomate magistrali cosa che ha determinato una vivacissima mobilitazione con diversi scioperi, manifestazioni locali e nazionali, assemblee ecc..

Se la nuova plenaria dovesse replicare quel parere negativo ci ritroveremmo di fronte ad un paradossale scenario nel quale molti giudici non hanno tenuto nemmeno conto del parere della prima plenaria e hanno emesso sentenze positive con la plenaria che continua a negare i diritti di altri diplomati magistrali.

Se invece l’esito fosse positivo, vi sarebbero molti effetti benefici:

  • si potrebbe con sicurezza pensare di rinunciare al ruolo da concorso straordinario per mantenere il posto in ruolo da ricorso coerentemente al primo principio a cui ci si dovrebbe tenere nella scuola: la continuità’ didattica
  • si darebbe il diritto a tutti i diplomati magistrali di inserirsi in una GAE COLABRODO che ha visto, dopo la sua chiusura, mille deroghe (la sua 3 fascia ha incluso le Graduatorie del 99 ad esempio), mille ingressi da paesi esteri (diplomati rumeni) e nel futuro aggiornamento 2019, anche di chi si era dimenticato di aggiornare.
  • terminerebbe l’epoca dei ricorsi e dei ricorsifici in modo tale da permettere anche scelte sindacali sulla base di una libera scelta organizzazioni e non per necessità strettamente legali
  • si potrebbero far confluire tutti i posti del concorso riservato 2019 sui precari poiché i colleghi di ruolo, compresi quelli di scienze della formazione primaria, assunti con riserva si sentirebbero liberi di scegliere
  • chiuderemmo una controversia durata 18 anni da quando il titolo del diploma magistrale è stato privato del suo valore

Insomma, la qualità della scuola fa rima con continuità. Speriamo che i giudici del Consiglio di Stato operino in tal senso dando finalmente ai diplomati magistrali quella giustizia che da troppo tempo è loro negata.

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