Diplomati magistrale in GaE. Quando si conoscerà l’esito della Plenaria, iter successivo dei ricorsi, scenari possibili per il sì e il no

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Il 15 novembre l’Udienza Plenaria del Consiglio di Stato sarà chiamata a decidere sul ricorso dei diplomati magistrale con titolo acquisito entro l’a.s. 2001/02 per l’inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento, utilizzate per il 50% delle immissioni in ruolo (legge 107/2015) e per le supplenze al 30 giugno o 31 agosto. 

Una decisione molto attesa, e dalla quale potranno derivare numerose conseguenze. Abbiamo chiesto all’Avvocato Walter Miceli del Foro di Palermo alcune informazioni di carattere pratico sulle conseguenze che la decisione che potrà avere.

Avvocato Miceli, quando si potrà conoscere l’esito della decisione della Plenaria? 

In linea generale non esistono termini perentori, ma possiamo indicare solo termini indicativi, quantificabili in un lasso di tempo variabile da pochi giorni fino a 45 giorni e oltre.

Tuttavia, considerato l’impatto sociale della decisione, è possibile che l’Adunanza decida di divulgare in maniera tempestiva il dispositivo, portando a conoscenza la decisione, rimandando ad una successiva pubblicazione le motivazioni.

Molti docenti in possesso del titol o ci chiedono se, in caso di esito positivo, la decisione avrà valore per tutti coloro che sono in possesso di un diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/02 o solo per coloro che hanno già intrapreso un ricorso per l’inserimento in GaE. 

La decisione – ci spiega l’Avv. Miceli – riguarda esclusivamente i ricorrenti, con una precisazione. In seguito ad una decisione finale dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato è evidente che l’Amministrazione dovrebbe intervenire anche per i docenti che non hanno proposto ricorso.

Bisogna altresì precisare che i ricorsi presentati sono diversi, e ciascuno di essi seguirà il proprio iter per giungere a conclusione. La decisione riguarda quindi solo i ricorrenti, ma i giudici non potranno non tener conto della decisione dell’Adunanza Plenaria.

E in caso di esito negativo? Ci saranno altre iniziative? 

In caso di esito negativo – conclude l’Avvocato Miceli – la questione sarà certamente posta all’attenzione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, poiché risulterebbero violati i principi fondamentali del diritto comunitario.  Inoltre i ricorrenti chiederebbero ai Giudici del Lavoro cospicui risarcimenti dei danni per l’abusiva reiterazione dei contratti a termine. Insomma, la partita non sarebbe affatto conclusa.

Auguriamo buon lavoro all’Avvocato Miceli, presente mercoledì 15 novembre all’Adunanza Plenaria.

In attesa della decisione, il Sottosegretario D’Onghia ha diramato un comunicato

Diplomati magistrale in GaE. D’Onghia “Va verificata la preparazione con un corso di formazione” 

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