Diplomati magistrale e laureati in Scienze della formazione primaria: una graduatoria solo per loro, con o senza concorso?

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Trovare una soluzione all’espulsione dalle Graduatorie ad esaurimento di circa 50.000 docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/02 e nello stesso tempo dare ai laureati in Scienze della formazione primaria uno sbocco professionale concreto, dopo lo stallo di questi anni per l’attesa della conclusione del contenzioso.

Il Ministero Fedeli, alla fine, non ha preso alcuna decisione in merito, lasciando al neoarrivato Prof. Bussetti l’onere della scelta. A quanto pare non sarebbe stata neanche inviata agli Uffici Scolastici la nota di istruzioni operative per la ricollocazione dei docenti in II fascia delle graduatorie di istituto, così come il decreto che dovrebbe permettere ai docenti a breve licenziati di accedere a quelle graduatorie. Tutto fermo, a ridosso della chiusura dell’anno scolastico. Ma paradossalmente potremmo dire a ridosso dell’inizio del nuovo anno scolastico, quello in cui non è ancora certo quali insegnanti saranno in cattedra, che valore si darà alla continuità didattica, come si deciderà di dare esecuzione alla sentenza del Consiglio di Stato.

La Fedeli ha posto quella dei diplomati magistrale come una urgenza e Bussetti l’ ha colta, ma i giorni passano e sembra non esserci alcun passo in avanti. Bussetti: diplomati magistrale è urgenza, continuità con il lavoro svolto dal Ministero, ridare dignità a chi lavora nella scuola

La “terza gamba” delle graduatorie

“I sindacati coinvolti – scrive Lorena Loiacono – potrebbero chiedere di creare una terza gradatoria (dopo GaE e concorso 2016, ndr) dove verrebbero considerati sia gli anni di servizio delle diplomate sia il titolo di studio delle laureate in Scienze della formazione”

L’idea della “terza gamba” è della Lega, che però in tempo elettorale diceva di estendere quanto stabilito dall’art. 17 commi 2 e 3 del decreto legislativo 59/2017 anche a scuola primaria e dell’infanzia, pertanto concorso con prova selettiva. Nel contratto di Governo la formulazione aleatoria della problema non permette di sciogliere il dubbio.

Con o senza concorso?

Ancora il 29 maggio il Sen. Pittoni chiedeva al Governo uscente di “assumere iniziative, anche urgenti e di natura legislativa, volte a una soluzione politica, chiesta unanimemente dalle parti sociali, che, da una parte, arrivi in tempo utile per assicurare la regolarità delle operazioni propedeutiche all’avvio dell’anno scolastico 2018/2019 e, dall’altra, tenga conto della necessità di rispettare dignità e aspettative di tutte le categorie interessate di docenti precari, per agevolarne il percorso e per evitare di generare ulteriori criticità.”

Potrebbero conciliarsi i tempi di un concorso con le urgenze dell’avvio dell’anno scolastico? Cosa si metterà in secondo piano, la continuità didattica o la selezione super partes dei docenti? Il nuovo Ministro è chiamato a fornire una risposta in tempi brevi.

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