Diploma magistrale. I maestri protestano ma non dicono come davvero stanno le cose

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Coordinamento Scienze della Formazione Primaria – Protestano, ma non dicono che avevano ottenuto l’accesso alle Gae (graduatorie ad esaurimento chiuse nel 2008) con riserva, il che presupponeva un rischio poiché la strada del ricorso poteva anche avere esito sfavorevole, a differenza del concorso.

Fa comodo assumersi il rischio di una decisione tanto incerta e poi, quando gli eventi non volgono al meglio, scaricare la responsabilità sullo Stato che illude!

Protestano, ma non dicono che mentre si affidavano solamente al tentativo del ricorso, il MIUR ha bandito ben due concorsi (nel 2012 e 2016) per accedere al ruolo.

Protestano, ma non dicono che in questo modo avrebbero potuto ottenere il ruolo tutti coloro in possesso del diploma ante 2002, anche le persone che fino al giorno prima facevano un altro lavoro, come in realtà è successo, fino a quando l’esito sfavorevole della plenaria non ha posto la parola “fine”. Le aule si sono infatti riempite di persone senza esperienza alcuna, che in virtù di un ricorso sono riuscite ad accedere a supplenze annuali senza competenza, merito e preparazione.

Protestano, ma non dicono che fino a che la plenaria non ha posto la parola “fine”, tutte le persone a zero servizio avevano sorpassato i laureati in Scienze della Formazione Primaria, nonostante il punteggio di questi ultimi fosse maggiore, poiché costretti a concorrere nella fascia direttamente inferiore e relegati a misere aspettative convocative.

Protestano, ma non dicono che non perderanno il lavoro, bensì acquisiranno semplicemente il dovere di studiare, come tutti i comuni mortali, per vincere il concorso e ottenere la tanto agognata stabilizzazione.

Il ruolo si ottiene con il concorso e non con il ricorso.

La scuola non è un ammortizzatore sociale.

I diolomati manterranno il lavoro e faranno supplenza, anche annuale, attraverso la seconda fascia delle graduatorie d’istituto.

“Il buon senso c’era, ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune”. #noallesanatorie #sìalconcorso #noalricorso

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