Diploma breve: organici docenti. Sperimentazione fino al 2023

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Le scuole brevi, a tutt’oggi sono complessivamente 192. La maggior parte sono licei (144) e i restanti 48 sono invece istituti tecnici. Nella distribuzione territoriale, 85 sono al Nord, 43 sono al Centro, 64 sono al Sud e nelle Isole. Sono 127 le scuole statali, 65 quelle paritarie.

Le scuole brevi nate durante il Governo Letta (2013/14), quando a capo del Miur c’era Maria Chiara Carrozza, di breve hanno solo la durata degli anni, cioè uno in meno rispetto al percorso tradizionale di studi secondari di secondo livello.

La questione dell’organico

Il livello di preparazione sarebbe garantito dallo stesso monte ore delle lezioni ripartite dunque su quattro anni invece che su cinque. Obiettivo di questa iniziativa: anticipare l’ingresso dei giovani nel mondo universitario o in quello del lavoro. Il timore, invece, del possibile taglio di organico docente era già stato sfatato nel febbraio scorso, proprio in occasione dell’avviso pubblico da parte del Miur per l’ammissione di altre 100 scuole alla sperimentazione.

Il numero delle scuole che optano per il percorso breve è ancora limitato (ecco la tabella), ma va tenuto sotto controllo se si tratta di un andamento in crescita o di diversa direzione. Questo dipenderà anche dalle decisioni adottate dai collegi dei docenti e dai consigli di Istituto chiamati a esprimersi sui cambiamenti all’interno di ogni singola scuola.

Innovare e non risparmiare

La sperimentazione fu poi sostenuta proprio un anno fa dall’allora ministra Fedeli che ne rivendicò l’aspetto innovativo aprendola a livello nazionale. Sin da allora era emerso il timore di una riduzione dell’organico, ma la Ministra mise in chiaro che “Non possiamo pensare che si dica ‘sì’ o ‘no’ ad un contenuto di innovazione dentro la scuola, pensando prevalentemente a quanti occupati bisogna avere. È il contrario. Dobbiamo reinvestire molto di più sulla scuola. Discutiamo delle finalità utili agli studenti, alle famiglie, al ruolo che la scuola deve avere nella società e sulla base di questo facciamo occupazione, non il contrario, soprattutto nella scuola che non è un settore ma è in realtà l’anima, il cervello, il sangue di una società su cui bisogna continuare ad investire ed innovare contenuti didattici e percorsi formativi“.

Il periodo della sperimentazione

La sperimentazione, secondo il progetto della Fedeli  terminerà nel 2023 e al termine di questo periodo si potrà fare un bilancio “con tutti i rappresentanti del mondo della scuola esono le parole di un anno fa della Fedeli con i decisori politici per realizzare il massimo di consenso possibile. Proprio perché non devono mai esserci sulla scuola improvvisazione, decisionismo senza coinvolgimento, discriminazioni o scelte astratte e ideologiche. Se la valutazione avrà esito positivo, sempre nell’ottica di un maggior investimento sulla formazione delle nuove generazioni, si potrà recuperare l’intera riforma dei cicli e, contestualmente, anche portare l’obbligo scolastico fino al termine dei tre cicli, ovvero fino al diciottesimo anno di età”.

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