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Didattica innovativa: l’Universal Design Learning modello per curricolo inclusivo

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Nel Documento di lavoro “L’autonomia scolastica per il successo formativo” a cura del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione”, pubblicato lo scorso 14 agosto, frutto di un gruppo di lavoro, istituito presso il dipartimento citato, con Decreto Dipartimentale n.479 del 2107, nel capitolo dedicato ai “Curricoli inclusivi”, si cita, a proposito, come possibile modello per la costruzione di un curricolo inclusivo l’Universal Design for Learning.

Da premettere che già nel 2013 l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna aveva pubblicato una corposa ed interessantissima Nota (prot.13588 del 21/08/2013) avente ad oggetto “Bisogni Educativi Speciali. Approfondimenti in ordine alla redazione del piano annuale per l’inclusività nell’ottica della personalizzazione dell’apprendimento. Materiali per la formazione dei docenti a.s. 2013-2014” a cura del Direttore Generale Stefano Versari, in cui si faceva riferimento, all’interno del paragrafo “L’insegnante inclusivo” proprio all’Universal Design for Learning (UDL); in allegato si forniva anche una scheda di approfondimento sull’UDL.

Nel paragrafo citato così si legge: “l’espressione Universal Design for Learning (UDL) indica una modalità di progettazione e di gestione della pratica educativa volta ad incontrare le diverse modalità di apprendimento e le diverse condizioni che possono presentarsi nei diversi contesti (principalmente scolastici)”.

Nell’allegato alla Nota n.13588 si indica quanto segue:

“Il termine Universal Design for Learning è stato coniato dall’architetto Ronald Mace per definire un metodo progettuale innovativo destinato a realizzare contesti inclusivi per le diverse attività umane (dall’abitazione, agli oggetti d’uso, ai contesti di studio, di tempo libero, all’urbanistica e all’arredo urbano e alla strutturazione dei luoghi di cultura, ecc) (…)”

La progettazione secondo i criteri della Universal Design Learning prevede sette principi di massima:

• Principio 1 – Equità –deve essere utilizzabile da chiunque.
• Principio 2 – Flessibilità – tutto ciò che viene progettato deve prevedere un uso flessibile per adattarsi a diverse abilità.
• Principio 3 – Semplicità – tutto ciò che viene progettato deve prevedere un uso semplice ed intuitivo, quindi deve essere facile da capire.
• Principio 4 – Percettibilità – tutto ciò che viene progettato deve essere presentato in modo che le informazioni essenziali siano ben percepibili in relazione alle varie possibili modalità o disabilità degli utenti.
• Principio 5 – Tolleranza all’errore – tutto ciò che viene progettato deve prevedere un uso tale da minimizzare i rischi o azioni non volute.
• Principio 6 – Contenimento dello sforzo fisico – tutto ciò che viene progettato deve essere usabili con minima fatica fisica e con la massima economicità di movimenti
• Principio 7 – Misure e spazi sufficienti – tutto ciò che viene progettato deve prevedere uno spazio idoneo per l’accesso e l’uso. (Allegato Nota n.13588 del 2013).

Sempre nell’Allegato sono presentati i principi cardine dell’UDL, cosi riassunti:
– utilizzare molteplici modalità di presentazione e di rappresentazione delle informazioni (differenti modalità comunicative);
– utilizzare un linguaggio semplice (strutture grammaticali semplici) e promuovere la comprensione incrociata attraverso i diversi linguaggi;
– promuovere in ogni alunno la capacità di trasformare le informazioni accessibili in conoscenza utilizzabile, la capacità di processare le informazioni, integrare le nuove informazioni, ristrutturare il campo della conoscenza.

La parola chiave dell’UDL è la flessibilità, parola cara all’autonomia scolastica, intesa come strumento per adattare, supportare e modificare le informazioni presentate agli studenti, in modo da garantire a tutti le stesse opportunità di successo formativo.

I principi dell’UDL sono perciò tutti assimilabili ad un itinerario inclusivo e in un momento in cui si chiede alle scuole di rivitalizzare l’autonomia scolastica non sarebbe male sperimentare all’interno delle progettazioni curricolari i principi dell’UDL, condividendoli magari all’interno del PTOF.

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