Didattica a distanza: il rischio è la restaurazione. Lettera

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inviata da Enrico Maranzana – Il ministero dell’istruzione ha fornito, in data 17/3, le “Prime indicazioni operative per le attività didattiche a distanza”.

Sono indicazioni di piccolo cabotaggio.

L’assunto iniziale: “Occorre ritornare alle coordinate essenziali dell’azione del sistema scolastico”, non è stato sviluppato a causa dell’assenza di una visione sistemica adeguata.

La struttura organizzativa, prescritta dal TU del 94, non è stata posta a fondamento dell’esortazione, così come non è stata valorizzata la programmazione formativa triennale.

Si analizzano alcune delle indicazione fornite, per sostanziare la criticità:

Appare opportuno riesaminare le progettazioni definite nel corso delle sedute dei consigli di classe e dei dipartimenti di inizio d’anno, al fine di rimodulare gli obiettivi formativi sulla base delle nuove attuali esigenze. Attraverso tale rimodulazione, ogni docente riprogetta le attività didattiche”.

La nebulosità del concetto “obiettivi formativi” è evidente.

Sono generali se riguardano il rapporto scuola-società, traguardi deliberati dal Consiglio di Circolo/di Istituto; sono specifici se afferiscono ai diversi ambiti disciplinari, definiti in funzione di quelli generali.

L’itinerario progettuale deve coinvolgere il Collegio dei docenti che, in base all’orientamento del sistema scolastico e dopo aver individuato i caratteri, i limiti e le potenzialità del nuovo canale di comunicazione, apporta le eventuali, opportune modifiche alla “Programmazione dell’azione educativa”, a suo tempo deliberata.

Ogni docente riprogetta le attività didattiche .. e le invia al Dirigente scolastico, il quale svolge, un ruolo di monitoraggio e di verifica”.

Anche in questo caso il Collegio dei docenti è bypassato.

E’ compito dell’organismo collegiale “Valutare periodicamente l’andamento complessivo dell’azione didattica per verificarne l’efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell’attività scolastica”.

Le attività di didattica a distanza prevedono la costruzione ragionata e guidata del sapere”.

Si tratta di una condizione necessaria ma non sufficiente; è da circostanziare.

Nel nostro sistema normativo non si può elevare il sapere a finalità: esso rappresenta “un’occasione d’apprendimento”.

La conoscenza è la palestra in cui si sviluppano e si affinano le competenze: comportamenti da cui traspaiono capacità e abilità.

Le competenze generali costituiscono l’orientamento del sistema educativo.

“Il Dirigente Scolastico è chiamato a promuovere la costante interazione tra i docenti, essenziale per assicurare organicità al lavoro che ciascun docente svolge nei contesti di didattica a distanza: occorre evitare sovrapposizioni e curare che il numero dei compiti assegnati sia concordato tra i docenti, in modo da scongiurare un eccessivo carico cognitivo”.

Vero! Il compito primario del dirigente scolastico è portare a unità l’istituzione scuola. A tal fine stila ordini del giorno per convocare gli organismi collegiali.

Il coordinamento, che caratterizza la vita del Consiglio di classe, consiste nella definizione delle strategie di convergenza verso i traguardi comuni.

“Se l’alunno non è subito informato che ha sbagliato, cosa ha sbagliato e perché ha sbagliato, la valutazione si trasforma in un rito sanzionatorio, che nulla ha a che fare con la didattica”.

La motivazione dell’apprendimento, sottesa a quest’asserzione, è estrinseca, scissa dall’origine e dal senso del lavoro fatto: è il docente che rileva e comunica gli sbagli.

Se la motivazione fosse autentica, l’errore, inteso come scostamento tra l’attesa e il risultato, sarebbe percepito e capitalizzato dallo studente: le informazioni in esso contenute consentono di ritornare sui passi del procedimento e rimuoverne le falle.

“Negli istituti tecnici e professionali, caratterizzati da una didattica declinata tipicamente nella duplice dimensione della teoria e della pratica laboratoriale..”.

Gli istituti  tecnici e professionali non sono finalizzati all’addestramento, all’adeguamento all’esistente, all’accettazione del prodotto finito.

Il laboratorio è una modalità didattica in cui lo studente è immerso in situazioni di ricerca. L’immagine delle discipline è arricchita: alla conoscenza sono associati i problemi che l’hanno originata e i metodi che hanno condotto alla sua identificazione.

Si trascrivono due aforismi per qualificare e illuminare la comunicazione ministeriale:

Il saggio indica la luna, il frettoloso guarda il dito.

L’albero nasconde la foresta.

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