Decalogo dei diritti del TFA ordinario

Di Lalla
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red – Il Gruppo Facebook di neo-abilitati del TFA ordinario per l’inserimento in GaE ha inviato in redazione il seguente comunicato

red – Il Gruppo Facebook di neo-abilitati del TFA ordinario per l’inserimento in GaE ha inviato in redazione il seguente comunicato

Noi neo-abilitati del TFA ORDINARIO condividiamo e promuoviamo questo decalogo dei diritti a noi spettanti:

1) Onore al merito di chi si è formato alla professione docente credendo in questa missione educativa, dimostrando di possedere le competenze e le conoscenze disciplinari adeguate, interiorizzando e applicando le strategie didattiche finalizzate a promuovere il processo di costruzione delle identità individuali che costituiranno la società del prossimo domani

2) Il merito attestato dal conseguimento del titolo di abilitazione tramite il percorso del TFA che contemplava una dura procedura selettiva all’ingresso richiede riconoscimento e legittimazione;

3) Tutti gli abilitati con merito sono uguali di fronte alla legge e perciò è nostro diritto essere equiparati in tutto e per tutto agli abilitati delle SSIS e a coloro che hanno conseguito il titolo nei paesi dell’UE. Per promuovere questo valore di uguaglianza nel merito chiediamo l’inserimento nella III fascia delle GRADUATORIE AD ESAURIMENTO con il medesimo punteggio toccato in passato a questi ultimi profili
professionali

4) La formazione e la competenza acquisita tramite gli insegnamenti e le pratiche laboratoriali delle scienze educative, il tirocinio svolto nelle classi, l’esperienza pregressa che molti di noi possono già vantare, ci rendono professionisti consapevoli delle strategie e dei metodi didattici più congeniali agli stili di apprendimento e alle forme di comunicazione propri degli studenti di una società globale

5) Un’abilitazione conseguita con il Tirocinio formativo attivo a numero chiuso merita una distinzione legislativa rispetto ad un titolo ottenuto mediante un Percorso Abilitante Speciale (PAS), che consisterà nell’ennesima sanatoria che abiliterà ope legis oltre 80000 docenti che godono di servizio, senza verificare in alcun modo la loro preparazione disciplinare

6) Ci opponiamo perciò fermamente al privilegio che vorreste accordare al principio dell’anzianità di servizio,a detrimento del valore del merito, chiedendo a gran voce di differenziare le graduatorie o quanto meno le fasce di appartenenza, ponendo gli abilitati dei PAS in coda agli abilitati del TFA ordinario

7) Il requisito di servizio, difatti, non è da solo garanzia di una capacità professionale e di una competenza disciplinare atte a sviluppare quella didattica di qualità di cui la scuola contemporanea necessita, anzi è spesso indice di occasioni mancate. Molti dei neo-abilitati del TFA ordinario vantavano già un’anzianità di servizio utile al percorso speciale eppure, nonostante ciò, hanno deciso di cimentarsi con impegno, studio e sacrificio per superare le prove di selezione, al contrario di chi, pur avendola, non è riuscito a superarle o, peggio ancora, ha atteso passivamente il passaggio del solito treno della sanatoria all’italiana

8) Crediamo che la politica scolastica scriteriata e poco lungimirante dell’ultimo ventennio abbia violentato la figura dell’insegnante e la qualità del servizio scolastico, intasando le graduatorie con sanatorie e moltiplicando i canali di reclutamento, senza che un disegno organico di formazione del personale docente si potesse affermare con continuità. Dopo aver criticato e sospeso le SSIS, l’esperienza della formazione dei docenti è resuscitata in una forma più snella e contemperata tra le esigenze della teoria e quelle della pratica didattica in classe. Crediamo che questo percorso meritocratico non si debba fermare, pena la perdita dell’opportunità storica di rinnovare la professionalità docente dalle fondamenta, e vada perciò confermato tramite il bando di un secondo ciclo di TFA ordinario, per tutti quei giovani neo-laureati che ambiscono a far valere le loro competenze;

9) La riduzione dei posti negli organici di diritto e di fatto, dovuta alle politiche di tagli al personale e di innalzamento dell’età pensionabile, impongono un reclutamento degli insegnanti formato sul merito. Chiediamo perciò che il governo s’impegni a riconoscere uguali diritti a chi si è abilitato tramite percorsi a numero chiuso e che conferisca a questi corsi uguale dignità alle procedure concorsuali, riconoscendo un doppio canale di reclutamento anche a chi si è abilitato con il TFA ordinario e promuovendo un piano di assorbimento del precariato che vada ben al di là delle 44000 immissioni in ruolo del prossimo triennio;

10) Il riconoscimento dei diritti spettanti ai TFA ordinari è un obbligo morale della classe politica dirigente di questo Paese, un imperativo che guarda al futuro e che prescrive alla nostra società la costruzione di una scuola svecchiata e rinnovata nei metodi e nel personale, poiché solo l’unica agenzia educativa universale della Repubblica può fornire il modello di una rinascita culturale, etica e sociale. È solo dalla scuola che può partire questo riscatto e sul Ministero verte la responsabilità di cogliere quest’occasione e di fornire l’esempio adottando canali di formazione e di reclutamento (coincidenti dopo l’assorbimento del
precariato) improntati sul valore del merito. Solo così potrà affermarsi una società fondata sull’uguaglianza delle condizioni di partenza, dove l’ascensore sociale non funziona in base al reddito o alle conoscenze, bensì in base alle capacità degli individui.Crediamo che questa sia la missione della scuola contemporanea e noi vogliamo esserne parte attiva!

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