“De buc is on de teibol” (La farsa dell’Inglese alla Primaria)

Di Lalla
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Simonetta Frau per Unicobas – Sono laureata in Lingue straniere ed abilitata per la lingua e la letteratura inglese alle Superiori ma, per insegnare l’Inglese alle elementari, ho dovuto prendere un secondo diploma (quello magistrale) e superare un concorso a cattedre che prevedeva anche la possibilità di conseguire un titolo abilitante specifico per la seconda lingua e la conseguente attribuzione di qualche punto in più.

Simonetta Frau per Unicobas – Sono laureata in Lingue straniere ed abilitata per la lingua e la letteratura inglese alle Superiori ma, per insegnare l’Inglese alle elementari, ho dovuto prendere un secondo diploma (quello magistrale) e superare un concorso a cattedre che prevedeva anche la possibilità di conseguire un titolo abilitante specifico per la seconda lingua e la conseguente attribuzione di qualche punto in più.

Una volta di ruolo ho indicato, nel contratto di assunzione, la scelta del posto comune che mi configurava come “specializzata” e quindi obbligata all’insegnamento della seconda lingua solo nella mia classe.

Chi scelse di insegnare soltanto la lingua inglese , fu definito “specialista” e inserito in sette-otto classi.

Il DPR 81/09, comma 5, art. 10 del regolamento del ministro Gelmini decide appunto di fare a meno della figura dello specialista e di affidare l’insegnamento dell’Inglese, entro il 2012, anche a quegli insegnanti privi del titolo specifico, non specialisti e neanche specializzati.

Il decreto 75 del 29 marzo 2010 stabilisce che il Miur, in tre anni, specializzerà altri 5.000 insegnanti già di ruolo che saranno obbligati a insegnare l’Inglese.

Dal prossimo Settembre una prima tranche di 2.000 insegnanti, dopo la frequenza di 30 ore di lezione e l’impegno di 20 ore on-line, sarà inserita “preferibilmente” nelle prime e nelle seconde classi (anche se delle 340 ore se ne saranno fruite solo 50).

Dal mese di Maggio 2010, la formazione di questi maestri sarà affidata a tutores (tramite bando dell’Indire) per un totale di 340 ore di cui solo 90 frontali perché il resto sarà da seguire in internet: il corso infatti viene definito “blended” (come il whisky), cioè misto.

La precedenza nella formazione viene data agli immessi in ruolo di recente che infatti hanno firmato, nel contratto, anche l’impegno alla frequenza del corso di formazione. È evidente che si formeranno prima i docenti più giovani, dato che sarebbe uno “spreco” la frequenza dei corsi da parte di persone ai limiti del pensionamento.

Il Piano di Formazione Linguistico- Metodologico del Miur in collaborazione con l’Ansas, dà la precedenza a chi possiede almeno il livello A1 in Inglese (secondo il Quadro Comune Europeo di Riferimento), il livello finale da raggiungere è il B2 del QCER.

A0 = nessuna competenza A1 = competenza di base A2 = pre-intermedio B1 = intermedio B2 = post intermedio C1 = avanzato C2 = madrelingua

I moduli che le scuole hanno distribuito, per individuare gli sprovvisti del titolo e aprire la “caccia al maestro da specializzare”, richiedono un’autovalutazione del livello.

De chet is ander de teibl
(ovvero come essere costretti ad esporsi al ridicolo senza indennizzo e giocarsi un’onorata carriera).

Capisco le colleghe disperate e spaventate che stanno cercando in tutti i modi di sottrarsi a questa nuova imposizione: hanno ragione a preoccuparsi!
Pensare che, all’epoca, non bastò una laurea quadriennale in Inglese per poterlo insegnare nella scuola elementare: adesso bastano 30 ore di lezione ! (sic)

Si conferma la logica ragionieristica del Miur che bada solo al risparmio ed assegna ai maestri il ruolo di “tuttologhi”.
Il Miur li obbliga, non solo ad imparare in fretta e furia una lingua straniera, ma anche ad insegnarla esponendosi alle critiche di famiglie e alunni che pioveranno inevitabilmente sugli improvvisati docenti di
Inglese.

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