DDL Scuola. Insegnanti: valutazione con criteri nazionali e trasparenti. No affidata anche a genitori e studenti

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Tutti contro la valutazione del merito dei docenti affidata anche a genitori e studenti. È questo – in sintesi – quanto emerge dalle audizioni delle associazioni degli insegnanti davanti le commissioni Cultura di Camera e Senato sul ddl buona scuola.

Tutti contro la valutazione del merito dei docenti affidata anche a genitori e studenti. È questo – in sintesi – quanto emerge dalle audizioni delle associazioni degli insegnanti davanti le commissioni Cultura di Camera e Senato sul ddl buona scuola.

Per la Federazione nazionale insegnanti "la valutazione dei docenti deve essere inquadrata, insieme a quella dei dirigenti e dell'istituto, in un sistema complesso di valutazione dell'offerta formativa e non deve servire a inquadrare l'insegnante più bravo perché nella scuola tutti gli insegnanti devono essere bravi. Per questo bisogna investire sulla formazione in entrata e nel corso degli anni di lavoro". Inoltre, riferendosi al ruolo del dirigente scolastico, i rappresentanti degli insegnanti si sono detti "perplessi": "questa non è la strada per sviluppare e rafforzare il ruolo educativo delle scuole ma per accentuarne il taglio aziendalistico".

Il Movimento di cooperazione educativa ha parlato dell'esigenza di ricostituire un team docenti, facendo l'esempio del doppio organico nel tempo pieno, e della necessità di avere risorse certe per le scuole.

Il Centro iniziativa democratica insegnanti (Cidi) è intervenuta, in particolare, sulla valutazione del merito: "invece di ostinarci a premiare i meritevoli cerchiamo di rendere tutti meritevoli, facendo in modo che chiunque entri nella scuola trovi le condizioni per crescere. Le risorse messe sul piatto per premiare il merito sono fondamentali ma vanno spese per migliorare la qualità dell'insegnamento nel suo complesso".

E ancora, sulla scelta degli insegnanti da parte del dirigente: "voglio vedere come si farà ad avere gli insegnanti più bravi nelle scuole più difficili. Il clima della scuola, con questa riforma, cambierà radicalmente perché nessuno sembra rendersi conto di quello che succederà quando nello stesso istituto ci saranno docenti inviati dal ministero e docenti scelti dal dirigente", soggetti a valutazione per ottenere un bonus economico. Sul Pof (Piano offerta formativa) triennale il Movimento di cooperazione educativa ha chiesto che gli indirizzi del piano vengano "decisi collegialmente"

Per l'Unione cattolica italiana insegnanti dirigenti educatori formatori (Uciim) "i genitori e gli alunni devono valutare l'offerta formativa" e non l'operato degli insegnanti, per questo "bisogna sostituire il comitato di valutazione previsto da questo ddl con un comitato eletto dal collegio dei docenti presieduto dal dirigente". L'Uciim, inoltre, ha chiesto al Parlamento di effettuare valutazioni periodiche sull'attuazione delle deleghe e della legge.

Anche l'Associazione italiana maestri cattolici (Aimc) si è espressa criticamente sulla valutazione dei docenti affidata al comitato di valutazione: "in nessuna professione il merito viene valutato da soggetti esterni alla professione. La componente genitoriale e studentesca va ascoltata ma per le materie di loro competenza". L'Aimc ha chiesto anche di non trascurare la stabilizzazione del personale ata e un piano straordinario di assunzioni che sia pluriennale.

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