Dai compiti agli stipendi, dalla mobilità alla valutazione: la scuola in rima

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Pubblichiamo una poesia sulla scuola inviata da Mario Bocola.

La scuola di oggi è uno scatafascio

dove si fa tutto d’un erba un fascio.

Ma tra poco vien Natale,

con meno compiti per gli studenti

che già non studiano per niente.

E col nuovo anno ci saran dolori

per la mancetta dei docenti proprio sfortunati

e dimenticati dallo Stato canaglia

che pensa solo ai Dirigenti che col concorso

in corso,

si son visti premiare a suon di sonori bigliettoni.

E poi viene la mobilità

altra operazione di viltà,

che la legge della “Buona Scuola” ha trasformato

in “Mala Scuola”.

E con l’algoritmo sempre in agguato,

I docenti all’erta sempre devono stare

altrimenti il pallottoliere li mena su e giù per l’Italia,

portando lontano padri e madri con i piccoli pargoletti

in cerca ancor del materno sen.

E passato il Natale,

tra ponti, puntoni e ponticini arriva Pasqua a gran galoppo,

che cavalcando sul groppo la fine dell’anno scolastico

prepara

e gli alunni sono felici e contenti perché la promozion

quasi scontata è.

Evviva la scuola del Duemila,

anche se c’è chi rimpiange il nostalgico passato

che mai più ritornerà.

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