DAD e i disturbi della voce: quando si configura una malattia professionale?

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L’intensa attività legata alla didattica a distanza ha acuito certe problematiche legate sia allo svolgimento della didattica vera e propria sia a fattori di salute e sicurezza. Nel caso di presentino o acuiscano patologie legate all’utilizzo della voce da parte dei docenti, quando queste possono essere considerate come una malattia professionale?

Cos’è la disfonia

La disfonia è un sintomo legato ad una alterazione qualitativa e/o quantitativa della voce parlata, conseguente ad una modificazione (sia di tipo strutturale che funzionale) di uno o più organi coinvolti nella sua produzione.

La disfonia a scuola

La prevalenza di disturbi vocali tra gli insegnanti può variare con percentuali che vanno dal 7% all’80%, e questa variazione è dovuta a diversi fattori come la definizione dei disturbi della voce, la metodologia utilizzata nello studio, etc.

In molti studi, infatti, i disturbi vocali sono maggiori in percentuale nelle donne, con sintomi quali raucedine, fatica vocale, afonia e difficoltà nel canto.

L’insegnamento è una professione ad alto rischio nell’ambito dello sviluppo dei disturbi della voce poiché gli insegnanti presentano maggiormente sintomi rispetto a chi svolge altre professioni.

Negli ultimi mesi in cui la didattica a distanza è stato l’unico metodo di insegnamento consentito dall’emergenza sanitaria, è stato segnalato un incremento dovuto a tale problematica, anche se le percentuali non sono ancora note.

La disfonia è una malattia professionale?

In ambito scolastico possono essere riconosciute svariate malattie professionali e per molte di queste malattie non risulta facilmente dimostrabile la correlazione tra la malattia ed il lavoro svolto.

Si può affermare senza ombra di dubbio però, che la disfonia è la malattia professionale maggiormente correlata con l’attività lavorativa del docente.

Fattori che influenzano il problema

I fattori contingenti, ovvero quelli che determinano uno sforzo vocale transitorio, possono essere identificati come segue:

  • Infiammazioni
  • Tosse
  • Disfunzioni ormonali
  • Gravidanza
  • Influenza

Questi fattori, uniti a quelli favorenti (quali posture scorrette, tecniche respiratorie inadeguate, relazioni con ipoacustici) determinano una costante condizione di stress vocale che in alcuni soggetti sfocia in una vera e propria patologia.

Patologie comuni

Tra le patologie più comuni legati alla voce in ambito scolastico abbiamo:

  • Disfonie funzionali, causate da una disfunzione vocale, ovvero da un eccesso o un difetto della funzione fonatoria senza che ci siano alterazioni strutturali.
  • Disfonie organiche, causate da alterazioni della struttura di organi coinvolti nel controllo della voce che compromettono l’attività di chiusura e vibrazione delle corde.
  • Noduli e polipi cordali, ovvero lesioni cordali benigne

Cosa fare in caso di sintomi persistenti?

Quando si percepisce un cambiamento stabile nella qualità della voce, ovvero un maggiore affaticamento vocale, è importante verificare da cosa possa essere causato.

Il primo passo è sicuramente parlare con il proprio medico di base ed effettuare una visita foniatrica.

Nel caso di diagnosi di disfonia occorrerà effettuare uno o più cicli di rieducazione logopedica che possono, in caso di necessità, essere preceduti o seguiti da un intervento chirurgico.

Come si riconosce lo status di malattia professionale?

È il medico di base o più propriamente lo specialista che deve compilare il primo certificato INAIL di malattia professionale e deve consegnarne copia al lavoratore che ha 15 giorni di tempo per recapitarlo al Dirigente Scolastico.

Il Dirigente Scolastico trasmette all’INAIL la denuncia di malattia professionale con allegato il certificato medico con le generalità del soggetto e la relazione sulla sintomatologia accusata dal lavoratore e sui segni clinici rilevati dal medico.

Il regime assicurativo INAIL prevede il cosiddetto sistema tabellare, ovvero l’indicazione delle patologie contratte in conseguenza delle tipologie di lavoro specificate ed i periodi massimi di indennizzabilità.

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