Cyberbullismo, cos’è l’ammonimento. Il primo caso
La legge n. 71/2017, tra le misure da comminare a chi si macchia di cyberbullismo, prevede l’ammonimento.
L’ammonimento
L’ammonimento è uno strumento di prevenzione, volto ad evitare il coinvolgimento del minore, sia quale autore del reato sia quale vittima, in procedimenti penali.
L’istanza di ammonimento nei confronti del minore ultra-quattordicenne, autore di atti di cyberbullismo, va rivolta al Questore.
E’ possibile ricorrere all’ammonimento soltanto nel caso in cui non vi siano reati perseguibili d’ufficio o non sia stata formalizzata querela o presentata denuncia per le condotte di ingiuria (reato depenalizzato), diffamazione, minaccia o trattamento illecito dei dati personali, commessi mediante la rete Internet nei confronti di un altro minorenne.
La richiesta può essere presentata ad un qualsiasi ufficio di Polizia e deve contenere una dettagliata descrizione dei fatti, delle persone a qualunque titolo coinvolte ed eventuali allegati comprovanti quanto esposto.
Se l’istanza è ritenuta fondata, anche a seguito di approfondimenti investigativi, il Questore convoca il minore responsabile insieme ad almeno un genitore o ad altra persona esercente la potestà genitoriale; procede quindi ad ammonire oralmente il minore, invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge con specifiche prescrizioni che varieranno in base ai casi.
Gli effetti dell’ammonimento cessano al compimento della maggiore età.
Il caso
L’ammonimento è stato applicato, per la prima volta, in un istituto superiore di Torino, come riferisce l’Ansa.
Il ragazzo ammonito è uno studente di 14 anni, che derideva, minacciava e insultava una compagna di classe sui social (Facebook e Instagram), a causa del suo aspetto fisico.
La scuola ha segnalato la situazione, che andava avanti da mesi, alle forze dell’ordine.
Lo studente, ascoltato in questura, ha chiesto scusa.