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Cultura militare e istituzione scolastica

Di Lalla
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Giuseppe Gagliano* – All’interno delle scuole pubbliche italiane per ragioni di natura squisitamente ideologica si è radicata a partire dagli anni 70 una forte prevenzione ed insieme avversione nei confronti delle problematiche militari e di un eventuale coinvolgimento con il mondo militare (sia sufficiente pensare alla recente campagna di disinformazione attuata nei confronti del protocollo ministeriale Allenati per la vita). Questo atteggiamento è andato via via consolidandosi- all’interno del scuole pubbliche- soprattutto a causa della presenza sempre più ampia e capillare di associazioni legate alla pacifismo irenico (laico e religioso) e di docenti legati- per tradizione politica e generazionale- alla sinistra extraparlamentare degli anni 70.

Giuseppe Gagliano* – All’interno delle scuole pubbliche italiane per ragioni di natura squisitamente ideologica si è radicata a partire dagli anni 70 una forte prevenzione ed insieme avversione nei confronti delle problematiche militari e di un eventuale coinvolgimento con il mondo militare (sia sufficiente pensare alla recente campagna di disinformazione attuata nei confronti del protocollo ministeriale Allenati per la vita). Questo atteggiamento è andato via via consolidandosi- all’interno del scuole pubbliche- soprattutto a causa della presenza sempre più ampia e capillare di associazioni legate alla pacifismo irenico (laico e religioso) e di docenti legati- per tradizione politica e generazionale- alla sinistra extraparlamentare degli anni 70.

Allo scopo di avvicinare le nuove generazioni di discenti sia alla storia militare sia alle scienze strategiche- superando in tal modo pregiudizi ideologici e culturali inaccettabili- è stato avviato all’interno del scuole pubbliche di Como e provincia a partire dal 2001 un progetto che ha coinvolto il triennio dei licei linguistici, scientifici e classici, progetto strutturato su una lettura della storia medievale, moderna e contemporanea che ha posto l’enfasi sul ruolo delle istituzioni militari occidentali e sull’evoluzione della strategia.

A tale fine, agli studenti di volta in volta sono state esposte, da un lato, in modo sintetico le riflessioni storiche e strategiche insieme mutuate dalla saggistica specialistica e dall’altro lato agli studenti è stata data la possibilità di leggere integralmente alcune opere di natura ora storico- militare ora strategica tenendo conto naturalmente della scansione cronologica del programma di storia per le scuole superiori articolato in tre periodi (medioevo, età moderna e età contemporanea).

E’ evidente che -durante l’attuazione di questo progetto costruito in prevalenza su lezioni frontali-lo scrivente ha utilizzato solo determinate parti dei volumi indicati e soprattutto ha rivolto la saggistica in lingua francese e inglese prevalentemente ai licei linguistici. Inoltre è doveroso precisare che gli approfondimenti svolti sono stati sempre affiancati dallo svolgimento del programma ordinario.

Nel concreto- in merito all’età medievale- abbiamo esposto ai discenti alcuni aspetti strategico militari tratti dal saggio di Settia (Tecniche e spazi della guerra medievale, I libri di Viella, 2006); in relazione al periodo moderno abbiamo selezionato alcuni capitoli di particolare rilievo tratti dagli autori seguenti Machiavelli (Arte della guerra, Sansoni, 1971), Del Negro, (Guerra ed eserciti da Machiavelli a Napoleone, Laterza, 2007), Glete (Guerra sul mare 1500-1650, Il Mulino, 2010), Harari (Operazioni speciali al tempo della cavalleria, Editrice Goriziana, 2008), Clausewitz ( Della Guerra edizione Mondadori e Einaudi la prima con l’introduzione di Carlo Jean e l’altra di Rusconi), Botti (Pensiero militare e navale italiano dalla Rivoluzione Francese alla I Guerra Mondiale Vol II: 1848-1870,Ufficio storico SME), Montanari (Politica e strategia in cento anni di guerre italiane Vol 1: Risorgimento, Ufficio storico, SME); in relazione alla prima guerra mondiale abbiamo scelto il dvd Armi della Grande Guerra. I mezzi bellici di terra, mare e cielo e i saggi di Gudmundsson (Sturmtruppen. Origini e tattiche, Editrice Goriziana, 2005) e di Keegan (La Prima guerra mondiale. Una storia politico-militare, Carocci, 2004). Infine in relazione alla Seconda guerra mondiale ci siamo soffermati soprattutto sul volume di Liddlle Hart (Storia militare della seconda guerra mondiale, Mondadori, 1996).Per quanto concerne il ruolo della Resistenza abbiamo posto l’accento sui raggruppamenti resistenziali italiani prendendo spunto dal saggio collettivo (A.V., Dizionario della resistenza, Einaudi,2001), sul ruolo della intelligence militare italiana con il volume di Viviani per lunghi anni alla direzione del controspionaggio del Sismi (Storia dei servizi segreti italiani, AdnKronos, 1986), sul ruolo determinante del Soe anglossassone con il volume di William Mackenzie (The Secret History of SOE) e dell’Oss americano attingendo informazioni dal volume di Warner (The Office of Strategic Services: America’s First Intelligence Agency ,Washington, D.C.: Central Intelligence Agency, 2001).

A parte l’inquadramento politico della guerra fredda- che abbiamo svolto soprattutto a partire dalla lettura integrale del volume di Joseph Smith (La guerra fredda, Il Mulino,2000)-abbiamo approfondito la guerra di Algeria ora analizzando gli aspetti militari dal film di Pontecorvo (La battaglia di Algeri) ora attraverso la scelta di passi tratti dalla saggistica militare francese con il saggio di Maurice Faivre (Le Renseignement dans la guerre d’Algérie, Lavauzelle, 2006) ora facendo riferimento a quello di Peroncini (Il sillogismo imperfetto, Mursia, 2007) particolarmente significativo per l’ampia riflessione dedicata alla guerra rivoluzionaria del Fronte di Liberazione e alle contromisure messe in atto da Trinquier e Bigeard.

Accanto agli approfondimenti di natura storico- militare e strategica abbiamo ritenuto assolutamente necessario ed insieme indispensabile affiancare lo studio specialistico con esperienze tratte dalla realtà operativa delle forze armate italiane coinvolgendo i discenti ora in lezioni frontali- della durata variabile- svolte da ufficiali italiani provenienti dal servizio attivo o dalla riserva selezionata in ambito Nato (su tematiche specifiche quali il Kossovo e l’Afghanistan) ora coinvolgendoli in visite guidate presso la base Nato di Solbiate Olona . Ad integrazione di queste esperienze, saranno avviate in tempi brevi visite guidate presso la Scuola Militare di Milano(volte anche a porre in essere un proficuo confronto tra i diversi Pof) e presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Cattolica in Milano che annualmente- con il patrocinio della Divisione Diplomazia Pubblica della Nato,del Comando Regione Lombardia e del Centro alti studi della Difesa-organizza convegni di studi relativi alla politica internazionale sottolineando soprattutto gli aspetti militari nel contesto Nato.

*docente di Storia e Filosofia
presso il Liceo A.Volta -Como

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