CrowdFunding, scuole raccolgono fondi per progetti didattici. L’esempio delle scuole campane che realizzano video virali

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C’erano una volta le campagne pubblicitarie e i video promozionali, affidati a rispettabili agenzie piene di professionisti del copywriting.

C’erano una volta le campagne pubblicitarie e i video promozionali, affidati a rispettabili agenzie piene di professionisti del copywriting.

Oggi può succedere, invece, che a far conoscere al mondo le bellezze di una terra come la Campania ci pensino le scuole. No, non con manifesti e video amatoriali, che avete capito, ma attraverso una delle più innovative e popolari forme di digital marketing, il lip dub, cioè un video musicale ‘virale’ in cui scuole, università, ma anche aziende attirano nuovi iscritti o clienti raccontandosi da dentro sulle note di noti motivi musicali.

Le scuole campane del Polo Qualità di Napoli, braccio operativo del Miur che promuove sul suolo partenopeo iniziative di smart education per integrare la tecnologia nella didattica tradizionale, ne hanno già realizzati diversi ed è per questo che sono state scelte da Fastweb e dal Miur anche per il lancio di FastUp School, progetto nato dall’accordo tra Ministero dell’Istruzione, Fastweb ed Eppela, una delle prime piattaforme italiane di crowdfunding. In pratica, attraverso questa piattaforma le scuole medie e superiori potranno candidare i loro progetti più innovativi per ricevere finanziamenti da parte della società civile. Una volta raggiunto il budget previsto, lo sponsor, cioè Fastweb, si impegna a raddoppiarlo per un massimo di 10mila euro a fondo perduto. La filosofia che guida l’investimento è: se ci credono gli altri, la cosa può funzionare.

“Il nostro progetto in realtà parte prima di FastUp School, col successo di Magister Archeochef – ci ha detto Domenico Di Frenna, dello staff del Polo Qualità – Ora troviamo grazie al Piano Nazionale per lo Sviluppo del Digitale e alla collaborazione tra Fastwebnet e Miur un ulteriore canale distributivo per la realizzazione di un nuovo video musicale girato in piano sequenza per mostrare le bellezze di Ercolano”.

I tempi sono stretti, la possibilità di votare e finanziare il progetto scade tra meno di un mese, ma in realtà tutti sperano in una proroga e sono convinti del fatto che, ad ogni modo, il lip dub si farà comunque: “per Magister Archeo Chef siamo riusciti a raccogliere ben 70mila euro”, ha aggiunto Di Frenna, spiegando poi che grazie al budget tutt’altro che esiguo le scuole campane della rete hanno realizzato video, app e itinerari turistici inediti per far conoscere la storia del loro territorio, promuovendola così dal punto di vista culturale e turistico, “in più sono stati organizzati eventi fisici a cui hanno partecipato famiglie, enti, aziende. La presenza degli istituti alberghieri ha assicurato anche la rievocazione gastronomica delle epoche storiche oggetto della ricostruzione”.

“E’ importante ancora sottolineare – conclude Di Frenna – che i ragazzi hanno svolto tutte le attività di cui abbiamo parlato in orario curricolare nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro e grazie alla personalizzazione del curricolo prevista dalla normativa vigente”, le medesime modalità che saranno previste anche da FastUp School qualora il progetto dovesse partire.

Quali ricadute positive sulla didattica e sugli apprendimenti? C’è l’imbarazzo della scelta, fa capire il nostro interlocutore: “L’alternanza lavoro così concepita è una forma di apprendimento permanente che aiuta i costruire competenze e professionalità molto prima rispetto ai tempi della scuola tradizionale. I ragazzi ne sono stati e ne sono tuttora entusiasti. Dall’analisi dei fallimenti delle tre scuole che non sono riuscite a confezionare il prodotto finale hanno capito, per esempio, che anche gli insuccessi sono momenti costruttivi”. E’ vero, invece la scuola normalmente fa l’esatto contrario, poiché stigmatizza pesantemente gli errori e gli insuccessi individuali (e il nostro imbarazzante tasso di dispersione scolastica ne è la cocente dimostrazione), avallando l’idea che anche successivamente, nel mondo del lavoro, il fallimento abbia a che fare più con la sfera dell’infamia che non con quella della cultura d’impresa.

Adesso tra le priorità del polo campano c’è l’idea che i ragazzi coinvolti nei progetti spendano le competenze acquisite dando vita a start up innovative, capaci di rilanciare uno dei territori a più alto rischio criminalità ed emarginazione sociale, ma, come abbiamo visto, anche incubatore di un rilancio che può essere propulsivo per l’interno Mezzogiorno. E una volta tanto c’entra anche la scuola.  

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