Creiamo lezioni dinamiche, in cui gli alunni si muovano

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Massimo Luciano Sidoti – Educare mette le ali ad un bambino Lasciate che i bambini apprendano esplorando la vita, chi si muove liberamente stimola il proprio cervello emotivamente…

Il bambino come un danzatore ascolta i suoi passi senza preoccuparsi dei propri limiti. Libera il pensiero e naviga come Cristoforo Colombo, esplorando tutto ciò che lo circonda. L’insegnante capace di creare momenti in classe di libero movimento, stimola l’apprendimento dei bambini. I luoghi statici, con regole rigide, comprimono il cervello restringendolo in un campo limitato, senza equilibrio.

Occorre creare una scuola capace di fornire agli alunni lezioni dinamiche, stimolanti, esplorative.

Immaginiamo che un insegnante di Italiano, dopo la lettura di una poesia, chiedesse ai suoi alunni di interpretarla…. il respiro cambierebbe in pulsione logica e quindi creando nella loro mente un luogo da visualizzare.

Mappe mentali legate al movimento del pensiero emotivo e fisico. Modi, molto semplici da realizzare, per stimolare la consapevolezza dei bambini.

Impariamo a creare lezioni in cui gli alunni usano i loro corpi per esplorare i concetti . Il movimento è apprendimento, in classe occorre muoversi, esplorare, condividere.

E’ fondamentale far capire agli insegnanti che partecipare fisicamente significa lavorare anche mentalmente come quando si è seduti all’ascolto.

Dare più potere al movimento significa dare più potere alla nostra immaginazione, riprodurre gesti sempre in modi nuovi.

Punire o correggere errori comportamentali è una delle cose che l’insegnante deve attenzionare.

E’ necessario ammettere che tutti possiamo sbagliare; è una realtà della vita, cosicchè l’ammetterlo è un gran passo verso il miglioramento. Sarà meglio avere verso l’errore del comportamento un atteggiamento amichevole. Molti errori si correggono spontaneamente nel corso della vita. Nella vita della scuola deve entrare il principio che non è importante la correzione , ma il controllo individuale dell’errore. Tutti impariamo per tentativi ed errori.

Pertanto è inutile dare un’idea di perfezione è mettere sotto stress l’alunno per essere il migliore, creando un senso di inferiorità al bambino che limiterebbe le proprie potenzialità. Il ricorrere sempre all’adulto per trovare una soluzione al comportamento scorretto, non aiuterebbe il bambino a sviluppare la propria personalità in piena autonomia, ma darebbe vita ad insicurezze e scarsa autostima . Se si darà libertà di movimento al bambino in classe si assisterà anche ad un principio di autocorrezione di comportamenti scorretti, ciò metterà il primo mattone su cui si fonderà l’autostima e la capacità di giudizio del bambino.

L’insegnante deve intervenire raramente riducendo al minimo l’intromissione. Deve osservare molto e parlare poco. Non imprimere sapere dall’alto, ma vigilare affinché il bambino non sia bloccato nella sua libera dinamicità. L’insegnante deve rispettare il bambino che fa un errore, e indirizzarlo a correggersi da solo. Sbagliare e autocorreggersi è l’unico modo per imparare!

* Pedagogista, Docente, Delegato Nazionale ANPE Associazione Nazionale Pedagogisti

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